3-2-2018 -Giornata nazionale (auto)formazione docenti

Cesp – Centro studi per la scuola pubblica 
Percorsi di scolarizzazione                  e coeducazione con alunne/i rom            

Attenzioni, sguardi, distanze, prospettive di inclusione nella scuola pubblica

Bologna, Sabato 3 febbraio 2018 ore 9.00 – 13.30
presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna
Programma del seminario
ore 9-11 la condizione scolastica di Rom e Sinti nella scuola italiana dell’obbligo
Matteo Vescovi: Presentazione della giornata e della mostra sul Porrajmos
Gabriele Roccheggiani: Escludere includendo. Teorie e pratiche socio-educative nelle classi
speciali “Lacio-Drom”
Dimitris Argiropoulos: La co-gestione delle differenze culturali e la pedagogia dell’Accoglienza
nella scuola. Mediazioni, per esplorare creare e gestire relazioni e apprendimenti scolastici in una
prospettiva inclusiva.
Pausa
ore 11.30-13.30 esperienze didattiche tra stereotipi, domande e buone o cattive prassi
Elena Bergonzini: “La memoria e i dimenticati”, laboratorio didattico a cura della Scuola di pace
di Monte Sole.
Condivisione, rielaborazione e discussione delle esperienze educative e didattiche dei partecipanti.
 Promuove la  seede di Bologna, Via San Carlo,23
cespbo@gmail.com www.facebook.com/cespbo/
Per le iscrizioni scrivere a cespbo@gmail.com
Per gli interventi nel laboratorio didattico
Nella seconda parte della mattina ci sarà anche un momento dedicato allo scambio di esperienze
didattiche tra collegh*. Chiediamo quindi a chi ha esperienze con alunne/i Rom e Sinti maturate in
classe o nella propria vita personale e professionale di arricchire con il suo racconto il laboratorio.
Chi vuole contribuire deve inviare a cespbo@gmail.com entro il 20 gennaio 2018 il titolo e un breve
abstract dell’intervento (massimo una pagina) in cui descrive il grado scolastico in cui si è
intervenuto, le problematiche educative di partenza, le caratteristiche della scelta didattica operata,
gli eventuali aspetti problematici ancora irrisolti.
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Presentazione del seminario di formazione
Esiste una specificità nelle attuali condizioni di inserimento e di successo formativo degli alunni
Rom e Sinti nella scuola dell’obbligo italiana?
Quali sono gli elementi di una certa problematicità che investe i percorsi di scolarizzazione degli
alunni rom provenienti da varie comunità (rom e/o sinti) e che interessa particolarmente gli alunni
provenienti da una situazione abitativa di “campi nomadi”?
Come collegare la scuola alle condizioni di vita degli alunni e come finalizzare relazioni e
apprendimenti scolastici ad una possibile mobilità sociale?
Il seminario di studi organizzato dal CESP (Centro Studi scuola pubblica) si propone l’obiettivo di
restituire ai partecipanti degli strumenti critici per rispondere a queste domande a partire dalle
difficoltà vissute e constatate quotidianamente nelle comunità romanì e nella scuola.
Una particolare attenzione sarà dedicata anche alle risposte che la scuola della Repubblica italiana
ha elaborato nel tentativo di raggiungere l’obiettivo dell’integrazione e alle contraddizioni che
queste proposte hanno generato, dalle classi differenziali degli anni 60 alla classificazione degli
alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) di oggi.
La seconda parte del corso, utilizzando metodologie di tipo laboratoriale e il confronto tra le
esperienze personali, sarà dedicata all’analisi di situazioni problematiche e alla elaborazione di
possibili percorsi didattici ed educativi, volti sia a decostruire gli stereotipi negativi e positivi nei
confronti delle minoranze “zingare”, sia a suggerire proposte di interventi didattici che possano
davvero favorire il successo formativo di questi alunni e alunne.
Esperienze a confronto
A questo scopo, vorremmo che questa seconda parte si configurasse anche come un momento di
scambio di esperienze. Perciò ci sarà la possibilità di mettere in comune le pratiche didattiche e
l’occasione per confrontarsi. Chiediamo quindi a chi ha esperienze con alunne/i Rom e Sinti
maturate in classe o nella propria vita personale e professionale di arricchire con il suo racconto il
laboratorio. Chi vuole partecipare deve inviare il titolo e un breve abstract dell’intervento (massimo
una pagina) in cui descrive il grado scolastico in cui si è intervenuto, le problematiche educative di
partenza, le caratteristiche della scelta didattica operata, gli eventuali aspetti problematici ancora
irrisolti. Le proposte vanno inviate a cespbo@gmail.com entro il 20 gennaio 2018. I partecipanti
avranno in anticipo la raccolta degli abstract e gli autori avranno 10 minuti per illustrare la loro
esperienza.
Mostra: “Porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari”
Durante la giornata verrà presentata la mostra “Porrajmos: lo sterminio dimenticato degli zingari”
allestita all’interno della scuola media Dozza dal 20 gennaio al 10 febbraio, nel contesto di una serie
di attività interculturali contro stigma, pregiudizio, indifferenza o paure del “diverso” tenute nella
scuola dall’associazione AMIRS (mediatori interculturali Rom e Sinti) in cooperazione con la
“Libera comune università-pluriversitá della Bolognina”. La mostra è disponibile per eventuali altri
allestimenti all’interno delle scuole. Nelle nostre intenzioni vuole essere un’occasione per parlare
con gli alunni e le alunne della condizione di marginalizzazione e persecuzione delle popolazioni
“zingare” d’Europa.
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Informazioni sugli interventi e sui relatori
Titolo:
La co-gestione delle differenze culturali e la pedagogia dell’Accoglienza nella scuola.
Mediazioni, per esplorare creare e gestire relazioni e apprendimenti scolastici, in una prospettiva
inclusiva.
Abstract:
“Gli zingari culturalmente differenti sono percepiti e disegnati come “persone di origine nomade”
da riadattare per includerli nel resto della società. Una volta oggetto di riadattamento, sono percepiti
e disegnati come disadattati e il loro disadattamento si attacca all’immagine che si fa di loro.
Il condannabile è immaginato e come tale è condannato. E come condannato è forzatamente
condannabile e lo resta. Il discorso è chiuso, ma non l’interrogativo che lo riguarda.” Jean Pierre
Liégeois
I rom in situazione abitativa di campo “nomadi” vivono una speciale condizione di apartheid e la
loro condizione umana è sminuita nonché segnata dalla separazione, dalla descrizione negativa,
dalle discriminazioni, dall’isolamento e dall’estrema povertà economica e relazionale.
Questa popolazione affronta il paradosso, l’ossimoro, di considerare un messaggio altamente
contraddittorio: è “invitata” dalle istituzioni, centrali e/o locali, attraverso abbandoni, sgomberi,
violenze ma anche attraverso leggi, regolamenti, tutele ad abitare nei campi e nello stesso tempo
e dalle stesse istituzioni, è “invitata” ad inviare i loro figli e figlie alla scuola impostata sul modello
inclusivo (si proclama tale). All’esclusione abitativa e di vita si contrappone l’inclusione
scolastica. Di conseguenza i rapporti con la scuola presentano una certa criticità costituita da
abbandoni, conflitti, malintesi, avversità, che si estende agli apprendimenti disegnati e vissuti come
difficili e talvolta impossibili, di fatto a-storici, non contestualizzati, costrittivi, che cristallizzano,
oggettivandone la presunta ineducabilità, gli alunni/e rom.
Relatore: Dimitris Argiropoulos
Docente dell’Università di Parma, insegna Pedagogia speciale ed Educazione Interculturale.
Titolo:
Escludere includendo. Teorie e pratiche socio-educative nelle classi speciali Lacio Drom
Abstract
” A causa della sua cultura lo zingaro è in ritardo, è un bambino che deve essere aiutato a crescere, a
recuperare il suo gap” (Mirella Karpati)
L’inclusione scolastica delle minoranze rom e sinti in Italia coincide per circa un ventennio (anni
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
’60-’80) con le classi speciali Lacio Drom, con l’effetto paradossale di rafforzare la rappresentazione
di questa popolazione come esterna a quella italiana. Tale politica educativa nasce da un combinato
di saperi, esperti psico-pedagogici e istanze istituzionali, la cui genealogia e articolazione offre
ancora uno sguardo dialettico sul presente.
Relatore: Gabriele Roccheggiani
Dottore di ricerca in Sociologia presso l’Università di Urbino Carlo Bo.
Docente di Storia e Filosofia presso il Liceo artistico Edgardo Mannucci di Ancona.
Titolo: “La memoria e i dimenticati”
Abstract
Ogni memoria istituzionale, di comunità, familiare, è il risultato di scelte: si sceglie cosa ricordare e
cosa tralasciare. Lo scopo di questa attività laboratoriale è stimolare una riflessione sui meccanismi
che guidano queste scelte e su come stereotipi e pregiudizi radicati possano esserne sia la causa che
il prodotto.
Conduce il laboratorio:
Elena Bergonzini, educatrice della Scuola di Pace di Monte Sole.
Per le iscrizioni scrivere a cespbo@gmail.com
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.
Modello richiesta esonero per partecipazione al seminario di formazione
Al Dirigente scolastico del __________________________________
di _________________________
La/il sottoscritta/o ________________________________________________
In servizio presso questa Istituzione scolastica, in qualità di
_______________________________________________________________
chiede di essere esonerata/o dal servizio, ai sensi dell’art. 64 commi 4, 5, 6 e 7 del
CCNL 2006/2009, per partecipare al convegno nazionale di aggiornamento e
formazione su:
Percorsi di scolarizzazione e coeducazione con alunne/i rom
promosso dal CESP (Dir. MIUR n. 170/2016), che si terrà a Bologna, Sabato 3
febbraio 2018 ore 9.00 – 13.30 presso l’I.C.1 “G. Dozza” via De Carolis 23 – Bologna
Si impegna a produrre il relativo attestato di partecipazione al rientro in sede.
Firma
______________________________
Ai partecipanti verrà rilasciato regolare attestato di partecipazione dal Cesp in quanto Ente accreditato per la formazione ed
aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione alla giornata di formazione dà diritto, ai sensi degli art. 63 e 64 del CCNL
2006/2009 ALL’ESONERO DAL SERVIZIO.

IN COOPERAZIONE CON ISTITUTO COMPRENSIVO 1 -DOZZA-LAME-VIA A. DE CAROLIS 23-BOLOGNA
E LIBERA COMUNE UNIVERSITA’  PLURTIVERSITA’ BOLOGNINA

ricer-azione ed educazione/istruzione trasversale: in contesti complessi-multiculturali conflittuali e contraddittori attraverso pratiche interculturali.

2017-18: PERCORSO SEMESTRALE DI RICERC-AZIONE, COEDUCAZIONE ED ISTRUZIONE TRASVERSALE
A RENÉ BARBIER scomparso nei mesi scorsi che rappresenta per noi un maestro nostro e del novecento.
Verso un’istruzione trasversale: Esiste un’istruzione che non esita a rispondere alle domande sul senso della vita che pongono i bambini e gli adolescenti di oggi? Tale istruzione trasversale può accettare di non rispondere più con un atteggiamento dogmatico di verità, ma con un nuovo interrogativo tipicamente socratica? Esprimersi, parlare non implica, anche, leggere, scrivere e meditare? È l’oggetto della saggezza trasversale contemporanea.
SEMINARI INTERCULTURALI E MEMORIE ATTIVE in cooperazione tra comunimappe, istituti comprensivi -IC1 –Barca ed IC3-Lame  e CESP-Centro studi per la scuola pubblica.

PROGETT-AZIONE PER una comune convivenza tra genti diverse:  tra nativi, migranti di ieri e di oggi e comunità urbane-minoranze linguistiche-culturali italo-europee rom-sinti

per superare stigmi e pregiudizi, per ritrovarsi                                                                                  attraverso dialoghi accesi e a volte scontrosi, in una città aperta al suo interno e al mondo,   soprattutto parte di una comune umanità.

INTERVENTO NEL ISTITUTO COMPRENSIVO IC1 -SCUOLA DOZZA -BARCA- VIA DE CAROLIS 23
PERCORSO 1 – programmato e in via d’attuazione
MARTEDì 31 OTTOBRE 2017
POMERIGGIO
DALLE 15 ALLE 17 
Coordinano i proff. de March e Loredana Magazzeni
incontro con docenti,ricercatori attivi e mediatori interculturali per presentare progetto laboratoriali e di memoria.                                                  
Esterni
dott. Dimitris Argiropoulos, Pedagogie marginali, Università di Parma                                                                       Due mediatori interculturali rom-sinti: milan javanovic – tomas fulli
un attivista anpi –borgo panigale:giampiero lipparini
Settimana della ‘legalità (e dei diritti)
15/21 Novembre
PERCORSO 2  – programmato e in via d’attuazione
15 novembre 2017
dalle ore 8 alle 10 e dalle 10,15 alle 12,15
LABORATORI DIALOGICI SU STIGMA, PREGIUDIZIO(discriminazioni e la perturbante figura el capro espiatorio) E RITROVATA CONVIVENZA
(2 ore per max 50 ragazzi con la presenza degli insegnanti)
Coordinatori: Prof. Pino De March (Libera Comune Università Plurivesità Bolognina – Comunimappe) e Prof.ssa Loredana Magazzeni
Con l’intervento di un rappresentante del l’associazione AMIRS (associazione mediatori interculturali rom e sinti)
Il Prof. Pino de March interverrà sulle tematiche e dinamiche  psico-culturali(tra multiculturalità e interculturalità) inerenti agli argomenti vissuti e   trattati.
Animazione: giochi teatrali su pregiudizio, stigma e reciprocità a cura di DadaLupa – Antonella Trombetta -animatrice socio-culturale
Questi laboratori saranno reiterati  tra le classi terminali primarie e secondarie una settimana da concordare nel mese Aprile 2018 (prima del 21 aprile giorno di restituzione di quanto vissuto, analizzato ed elaborato)
PERCORSO 3 PERCORSO 1 – programmato e in via d’attuazione
20 novembre 2017
MOSTRA FOTOGRAFICA
(Aula Magna per più classi)
“Viaggio in Rajasthan” di Fabien Bassetti
Un viaggio in India tra una delle comunità nomadi che sono considerate le antenate delle nostre comunità urbane di rom e sinti, italiani ed europei.
Fra loro le donne danzano la danza sacra del serpente, e gli uomini catturano i cobra per esibirli davanti ai templi e vederne il veleno come potente antidoto a farmacie ed ospedali..
Presentazioni della mostra fotografica da parte dell’autore-viaggiatore, nonché un libero ricercatore delle ultime comunità nomadi del nostro tempo.
Lettura di favole e racconti delle genti zigane o romanì da parte di Dadalupa con musiche ziganeIntroduzione alle poetiche romanipè e letture di poesie delle genti rom
20 gennaio 2017 / 10 febbraio
MEMORIE ATTIVE
 PERCORSO 4A
MOSTRA FOTROGRAFICA: dalla persecuzione e sterminio nazi-fascista delle genti Rom (porrajmos) alla Resistenza a cui hanno partecipato e hanno perso la vita per essa molti partigiani-e Rom.
 Il giorno 24 gennaio 2018
ORE 17
Si celebrerà il giorno della memoria del porrajmos o divoramento, genocidio o sterminio nazi-fascista delle popolazioni romanì PER LA PRIMA VOLTA IN CITTA’
SALA QUARTIERE – VIA BATTINDARNO
 RELATORI
BRAVI – STORICO
SOMMARIVA-ANTROPOLOGO 
DIMITRIS ARGIROPOULOS  PEDAGOGISTA
PROMUOVE ANPI BORGO-RENO 
SCUOLA  IC1 -DOZZA
COMUNIMAPPE-LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ BOLOGNINA

PERCORSO 4B
 – programmato e in via di costruzionI
 IL GIORNO 27 GENNAIO 2018 
NELLA AULA MAGNA SCUOLA DOZZA – VIA DE CAROLIS 23 
DALLA 9 NALLE 13
Sono in corso contatti con ANPI BORGO RENO E CESP-CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA
MEMORIAATTIVA
(Spazio per l’installazione)
Coordinatore: Prof. Pino de March
Mostra fotografica sul Porrajmos (divoramento in lingua romanes): lo sterminio delle genti romanì nei regimi europei nazi-fascisti a cura di Comunimappe
 E CESP (Centro Studi per la Scuola pubblica) con cui fin dall’anno passato abbiamo cooperato ‘per non dimenticare’ .
Installazione permanente a cura di Pino de March, lucio da Nocera e Antonella Trombetta. L’installazione verrà poi donata alla scuola. Si prevede un’interazione che chiederà il diretto contributo delle classi. I ragazzi-e  porteranno dei vecchi indumenti ed oggetti personali. Per i dettagli si rimanda ad un incontro organizzativo.
Letture condivise dal testo di Vasilij Grosman, “L’inferno di Triblinka”, reportage di guerra con musiche zigane e proiezione di foto inerenti.
letture brani musicali sul silenzio e sull’assenza redatti dal consulente filosofico Lucio di Nocera 
‘Mi trasformo in notte di nebbia’ (R.Wagner): Pino de March presenta ‘non c’è una fine’ di P.M.A  Cywinski                                                                                
Ad Auschwitz come in altre fabbriche nazi-fasciste (Dachau, jasenovic, la Risiera di San sabba)nsi attua uno sterminio sistematico di chi non ritenuto ‘simile’ , o chi è ritenuto disgenico o non conforme in un’attuazione di una aberrante teoria razzista;  fabbriche della morte sparse per l’Europa;  P.M.A. Cywinski, l’attuale direttore del campo di sterminio di Auschwitz, si interroga su questi eventi auto-distruttivi ove – l’Europa perse se stessa –. , in questo  recente testo-riflessione sulla memoria degli stermini, e si chiede anche come trasmettere ai visitatori e alle future generazioni tale infausta memoria che questi tragici luoghi comunicano, ma come rendere tale memoria monito e viva per le future generazioni.
MUSICHE DI SALVATORE  PANU
Anpi – Borgo Panigale
Comunità – ebraica bolognese
Stefano Mari – Dirigente scolastico
Pino de March – Comunimappe
Matteo Vescovi – Teresa Rossano – CESP-Centro studi per la Scuola Pubblica
Percorso 5– programmato  e in via di costruzione
 03 febbraio 2018
dalle 9 alle 14
aula magna-scuola IC1 -DOZZA 
PERCORSI DI SCOLARIZZAZIONE E COEDUCAZIONE PER STUDENTI-ESSE ROM E SINTI
MEZZA GIORNATA(5 ORE) PROMOSSO DAL CESP CON ESPERTI, PERSONALE SCUOLA, MEDIATORI INTER-CULTURALI E RICERCATOR* ATTIVI*COMUNIMAPPE
Percorso 6– programmato  e in via di costruzione
                                        (data non definitiva)
APRILE
INCONTRO E FESTA TRA LE GENTI
(giornata contro le discriminazioni di generi e di genti)
Giorno di restituzione di quanto vissuto, appreso, analizzato ed elaborato nel corso dei laboratori e nei giorni della memoria
MATTINA per una città aperta
 Bruno Tognolini, autore, drammaturgo e redattore di trasmissioni radio-televisive per l’infanzia
(ho chiesto la disponibilità di essere presente all’evento, nei prossimi giorni mi dirà se potrà essere presente o meno)
Rolando Dondarini –storico
Dimitris Argiropoulos – docente di pedagogia delle marginalità all’università di Parma
Discussione- dibattito:
a cura del Prof. Pino de March e Loredana Magazzeni con rappresentanti di varie minoranze linguistiche della città
Amirs- associazione mediatori interculturali rom e sinti
Roma –rivista delle comunità romanì in Italia
Stefano Mari – – dirigente scolastico
          ECC.
POMERIGGIO per una città aperta
Festa aperta al quartiere con il contributo degli studenti, genitori ed insegnanti
I PERCORSI DELLA SCUOLA DOZZA –VIA DE CAROLIS 23                            SONO STATI CONCORDATI  CON LA REFERENTE DELLA SCUOLA LOREDANA MAGAZZENI E CON LA DIRIGENTE CARMELINA ROCCO, ED  OTTENENDO L’APPROVAZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI D’OTTOBRE
PERCORSO 7 LA PRIMA SETTMANA DEL MESE di MARZO
 programmato e in via di costruzione
LA MOSTRA SI TRASFERIRA’ AL QUARTIERE BORGO-RENO IN COOPERAZIONE CON ANPI (DA DEFINIRE)
MEMORIA
Coordina giampi ed imma
(Spazio per l’installazione)
PERCORSO 8 – programmato e in via d’attuazione
LA TERZA SETTMANA DEL MESE di MARZO
LA MOSTRA SI TRASFERIRA’  ALL’ICR3 -LAME
MEMORIA
Coordina de march –raffaele petrone
(Spazio per l’installazione)
IL PROGETTO LABORATORIALE E DI MEMORIA E’ STATO APPROVATO NEL COLLEGIO DEI DOCENTI D’OTTOBRE
Percorso 9
2 FESTA ZIGANA 
Sabato 5 MAGGIO
AGLI ORTI DIVIA ERBOSA 
percorso 10– bolognina –
 VERSO LE MICRO-AREE
significato delle micro-aree nel Navile per i Sinti di via erbosa 15
le micro-aree sono delle piccole porzioni di territorio che vengono attrezzate con varie utenze luce, acqua,telefono gas ecc, una specie di roulotte e casette di legno ‘a schiera’ ,ove a partire dalla fine del 2018, verranno trasferiti i vari nuclei familiari di Via Erbosa; per la loro completa realizzazione si andrà all’inizio 2019.
Si ribadisce la positività di queste infrastrutture che permetteranno il passaggio dalla transitorietà, affollamento e precarietà dell’attuale campo ‘nomadi’-via erbosa 17- alle più stabili micro-aree ove è possibile ritrovare una dignitosa abitazione al proprio nucleo affettivo ed esteso familiare. Si ribadisce anche che esse devono essere collocate dentro la tangenziale di Bologna, questo per permettere a tutti grandi o piccoli di continuare ad abitare nel quartiere Navile, ed inoltre  per favorire la frequenza scolastica dei bambini e delle bambine nelle scuole del quartiere Navile.
 Va detto che tutti i bambini-e del campo di via erbosa frequentano le scuola regolarmente,  e questo si è reso possibile perché i loro genitori nella totalità s’impegnano quotidianamente di mandarli,portarli, prenderli alla scuola;
 disporre di una micro-area ove collocare la propria roulotte o casetta di legno corrisponde per un sinto come per noi gagi avere un tetto. E va anche detto che queste microaree o piccole porzioni di territorio garantiscono ad ogni membro del nucleo familiare non solo ad esercitare il diritto ad abitare la città ma anche di assumersi responsabilità di cura del proprio spazio residenziale. Inoltre i bambini- possono avere spazi dignitosi e riservati di silenzio per studiare e legger e piccoli spazi per i bambini e ragazzi di giocare con i vicini
Giornata che abbiamo dedicato alla progettazione faccia a faccia seguita da un lungo scambio di informazioni tra noi attraverso la rete.
1 REPORT del Semestre 2017-18 di Comunimappe-libera comune università pluriversità – BologninA
Per informazioni su storie di nostre ricer-azioni: passate e nuove attività vedi:                 comunimappe.blogspot.com

SABATO 14 OTTOBRE 2017
Assemblea di con-tra-de solidali rom-sinti-gagi  -gruppo di ricerc-azione di comunimappe
Dalle ore 17 sono cominciati ad arrivare alla casetta degli orti(situata accanto al campo ‘nomade’ dei sinti di via erbosa 15) , in via erbosa 17, attuale sede provvisoria di Comunimappe (libera comune università pluriversità Bolognina), i diversi convenuti e convenute all’assemblea, che si è svolta in forma seminariale (analisi e progettazione).
Per primo si è analizzato lo stato della convivenza tra genti che abitano i nostri territori metropolitani (nativi, migranti interni di prima e seconda generazione, comunità romanì ecc), e di seguito abbiamo tracciato una road-map o percorsi di progett-azione culturale mirati alla con-vivenza e alla co-esistenza di queste nostre genti e delle loro molteplici singolarità.                                              Per la prima volta nelle nostre città una moltitudine variegata lingue, genti o molteplici singolarità si trova a vivere in contesti di densa complessità umana e difficoltà a sentirsi come esser(i)-in-comune; territori meticciati con enclave (o minoranze)linguistiche-culturali presenti a macchia di leopardo prevalentemente nella nostra periferia;
una mescolanza di nativi,migranti di ieri e di oggi che non abita solo le periferie ma meticcia anche il centro storico della città e le zone ritenute più native di essa.                                                                                                                                                      
Ci siamo costituiti l’anno scorso come con-tra-de solidali –gruppo di ricerc-azione,  per contrastare la crescente reattività diffusa (inquietudine,smarrimento e a volte anche ostilità)  delle genti ‘locali’ sia native che migranti interni (di ieri) di prima e seconda generazione, nei confronti dei nuovi migranti e delle nuove comunità urbanizzate rom o sinti.
Reattività sociale che in tempi di passioni tristi esprime un profondo malessere fino ad assumere in contesti di crisi, toni rancorosi e risentiti e manifeste espressioni di razzismo dal basso ‘dei vinti’;  loro, i perdenti e a sua volta gli impoveriti dalle misure di austerity imposte dall’alto dall’attuale sistema neo-liberista che si presenta come sistema a-sociale, in quanto da un lato accresce le diseguaglianze e dall’altro riduce drasticamente le misure distributive della ricchezza sociale prodotta e contraendo bruscamente la spesa pubblica e sociale.
Reattività sociale che manifesta un’aperta disperazione ma anche difficoltà di provare solidarietà verso altri più vinti di loro, gli attuali migranti o gli stigmatizzati o discriminati da sempre – le Genti rom e Sinte , prestandosi così ad una guerra tra poveri.
reattività sociale che si presta a semplificazioni e manipolazioni politiche e sociali autoritarie, xenofobe e razziste, con risultati ormai testati nel tempo di accrescere il malessere e non di porvi rimedio.
Noi pensiamo invece che solo attraverso il ripristino di un ‘tra’ le singolarità e ‘tra’ le genti, una decisiva indign-azione verso le forme di diseguaglianza sociale(contrastare le povertà materiali ed esistenziali), le discriminazione e le esclusione e,una paziente attività di – inclusione- e di intensa  attività -vicinale – fatta di buone relazioni trasversali ed interculturali nelle scuole e nelle strade, possa ri-generare incontri, ricettività e buone risonanze emotive tra singolarità e genti per ripensare una nuova città-aperta a se stessa e al mondo.
Assemblea-seminario convocata da ‘contrade solidali rom-sinti-gagi;  con-tra-de solidali è un gruppo spontaneo di ricer-azione  nata l’autunno scorso 2016 dall’incontro tra alcuni mediatori inter-culturali e musicisti rom e sinti (costituitesi quest’anno in associazione AMIRS -di mediatori interculturali Rom e Sinti) ed alcuni liberi ricercatori e docenti gagi dell’area di Comunimappe (libera comune università pluriversità bolognina) ,con l’intento di affermare i diritti culturali e sociali delle genti romanì (rom e sinti) e di rispondere culturalmente alla crescente reattività dell’opinione pubblica  contro le marginalità sociali ; reattività che esprime senza maschere in aperta ostilità, fino assumere caratteri di progrom,  indicando nei marginali rom-sinti e nei migranti la causa del diffuso malessere proprio e del territorio.
 Noi siamo invece convinti che la città si-cura per renderla conviviale. Si -cura un città riducendo le diseguaglianze e dando a ciascuno gli adeguati strumenti culturali e sociali (diritto all’abitare, il diritto allo studio, ad un reddito di cittadinanza e accesso a nuove attività e socialità ) al fine di raggiungere  una propria serena autonomia materiale ed esistenziale.
HANNO COOPERATO ALLA PROGETTAZIONE:dimitris argiropoulos, carlotta grillini, raffaele petrone, antonella trombetta(dadalupa), milan javanovic, loredana magazzeni, salvatore panu, brunella guida,lucio di nocera,elisa duca, matteo vescovi, vincenzo talarico, marinella africano, fabien bassetti,tomas fulli, aghiran e catalin,giampietro lipparini -anpi …..e pino de march accorda,relaziona, intreccia e genera po-e-tiche trans-culturali e civili.
E non va scordato la disponibilità umana e culturale della Dirigente CARMELINA ROCCO  e della docente poeta LOREDANA MAGAZZENI del  IC1 – DOZZA-BARCA  che hanno  reso possibili questi percorsi e all’artista docente Raffaele PETRONE del IC1 –LAME.
Road map e percorsi redatti da Pino de March  per comunimappe

contrade solidali rom-sinti-gagi, gruppo rcerc-azione di comunimappe


Contrade solidali rom-sinti-gagi’ , gruppo di ricerc-azione ‘di comunimappe promuove incontro di analisi,progettazione ed azione sociale e culturale
 SABATO 14 OTTOBRE 2017                                                                                                        ZONA ORTIVA-VIA ERBOSA 17 – BOLOGNINA  (ACCANTO A CAMPO SINTI)                                                        
  DALLE ORE 17 ALLE 19
Percorsi possibili di ricerc-azione  nelle periferie e nelle scuole della nostra città:
1 – laboratori interculturali nelle classi                                                                                              camminare insieme tra nativi, migranti di ieri e di oggi presenti in città, per generare a partire dalla scuola, primo presidio culturale nei territorio, legami di reciprocità tra le nuove generazioni.  
In un processo situazionale attraverso un’interazione aperta tra mediatori interculturali, analisti psico-sociali, artisti, docenti e studenti: decostruire la diffusa reattività verso  il basso. Reattività alimentata da non conoscenza,pregiudizio, stigma e richieste di discriminare tutti coloro che non sono considerati ‘simili’;
2 – progetto memoria
mostra fotografica sul Porrajmos, per ricordare lo sterminio nazi-fascista delle genti rom,  ma non solo. Per ricordare lo sterminio di tutti quelli considerati, in quel tempo, come non ‘simili’: rom, ebrei, omosessuali, lesbiche, testimoni di Geova, oppositori politici democratici conservatori e radicali ecc
allestimento di uno spazio
– che comunichi al visitatore: spersonalizzazione, annientamento e nessuna possibilità di evasione o  via di fuga
-di silenzio e di riflessione al fine di trasmettere  memoria tra generazioni incontrando attraverso le immagini gli occhi smarriti e i corpi denudati e spersonalizzati di tutte le loro molteplici forme di vita e predestinati ai lavori forzati e allo morte.
3 –camminiamo insieme rom,sinti e gagi per l’affermazione dei diritti culturali e sociali delle nuove comunità urbane rom e sinti in città.

Momenti di incontro e solidarietà per sostenere e dare voce e restituire i diritti negati, quali quelli culturali e sociali, delle  comunità urbane rom e sinti della città,  presenti nel territorio ormai da secoli (1422) ,                                                                                                               
 diritti culturali  come  la lingua, la storia e la cultura e  la vita di relazione;                                  diritti sociali, quale  il diritto ad abitare.
                                                                                                     
 I Sinti della bolognina hanno scelto per sè come soluzione abitativa condivisa con il Comune, le micro-aree;  spazi di transizione dal campo ‘nomade’ a micro-aree nel quartiere, per garantire ai  bambini e ai ragazzini di frequentare le stesse scuole nel quartiere Navile e agli adulti di avere uno spazio familiare allargato e responsabilizzato.
Antonella trombetta e pino demarch -editano testo comune per comunimappe

Festa di primavera tra rom, sinti e gagè aperta a tutte le genti della citta’

 Festa di primavera tra rom, sinti e gagè aperta a tutte le genti della citta’

Djurdjevdan o giorno di Giorgio nelle tradizioni cristiane, di Hizir in quelle musulmane e per tutti e tutte avvento di primavera che rinasce dalla lotta vitale con il morente inverno.
 

sabato 13 maggio 2017
giornata di attività conviviale e festosa
agli orti di via Erbosa 17 – zona ortiva – Bolognina
(s’arriva da via Arcoveggio proseguendo per via Fratelli Cervi ed in fondo a destra per via Erbosa costeggiando il campo ‘nomadi’).


Programma
Dalle 15 alle 17                                                                            Gioco dei pregiudizi, dei prodigi e delle magie sugli ‘zingari’.

Laboratorio aperto con i bambini-ragazzi del quartiere e della città: da quando siamo piccoli, sentiamo dire che gli ‘zingari’ rubano i bambini, che rubano per strada e nelle case, che non vogliono mandare i loro figli a scuola, che mendicano anche se sono pieni di soldi’ e che sono esperti di magia, che si vogliono divertire e non vogliono lavorare, che non si vogliono integrare, ecc., proviamo con il gioco a spezzare questi pregiudizi.

Dalle 17 alle 18                                                                            momento di presentazione e riflessione a termine del corso “Culture romanes”
Un’occasione per riflettere su come costruire insieme una società coesa ed inclusiva, a partire dalla cittadinanza attiva e dalla scuola della Costituzione, democratica e aperta a tutti.
Interverranno: Pino De March e i mediatori culturali rom e sinti: Tomas Fulli, Aghiran, Raducan Jonel,
a seguire
Sessione poetica aperta: letture di testi di poeti e poete rom e sintiMostra fotografica “Viaggio in Karnataka” di Fabien Bassetti
Un viaggio in India tra quelle comunità nomadi che sono considerate antenati dei nostri rom e sinti europei.

Dalla 19 alle 24 cena con cibi ‘zigani’ e musicisti rom e sinti

Si mangia, si beve, si canta, si danza alla ‘romanes’                          
costo della cena 15 euro (esclusi i minori). 
12 per copie
Il ricavato, dopo aver fatto fronte alle spese, andrà per metà all’autofinanziamento della nascente associazione di mediatori culturali rom e sinti (AMIRS) e per metà per coprire parte delle spese del corso semestrale sulle “culture romanes” organizzato da Comunimappe, Cesp e MCE.
Per permettere di organizzare la cucina è necessario prenotarsi a comunimappe@gmail.com

Con la collaborazione di: Comunimappe, libera comune università- pluriversità  bolognina, Cesp (Centro Studi per la Scuola Pubblica) e l’MCE (Movimento di Cooperazione Educativa)

FESTA ACCOGLIENTE E CONVIVIALE DI PRIMAVERA TRA ROM, SINTI E GAGI APERTA A TUTTE LE GENTI DELLA CITTA’ COMUNE METROPOLITANA DI BOLOGNA


 FESTA ACCOGLIENTE E CONVIVIALE  DI PRIMAVERA TRA ROM SINTI E GAGE’
APERTA A TUTTE LE GENTI DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI BOLOGNA


TRA LA META’ DEL MESE DI APRILE E QUELLA DI MAGGIO LE GENTI ROM E SINTI D’EUROPA FESTGGIANO

IL DJURDJEVDAN o IL GIORNO DI SAN GIORGIO NELLE TRADIZIONI DEI NOMADI CRISTIANI 
O DEL PROFETA HIZIR IN QUELLE DEI NOMADI MUSSULMANI,
MA TUTTE LE GENTI IN QUESTO TEMPO TURBOLENTO E VITALE DI PASSAGGIO, L’AVVENTO  DELLA FIORENTE PRIMAVERA.  
PRIMAVERA CHE RINASCE DA UNA LOTTA VITALE CON  IL MORENTE E RIGIDO INVERNO.

SABATO 13 MAGGIO 2017
ZONA ORTIVA IN VIA ERBOSA 17-ACCANTO CAPO NOMADI SINTI
DALLE ORE 15 
LABORATORI CON BAMBINI SULLE EMOZIONI  
 SUSCITATE DAL CONTATTO CON ‘GLI ZINGARI’
DALLE 1
SIMPOSIO SULLE CONDIZIONI ESISTENZIALI DELLE  GENTI ROM E SINTI IN CITTA’
 INTERVALLATO DA POETI E POETE ROMANI’ 
DALLE 19 
CENA ZIGANA(15 EURO)
DALLE 20 ALLE 24   
MUSICA, CANTI, DANZA, BALLI ALLA ROMANES 

Una leggenda antica ci narra di un cavaliere errante Giorgio che salva una nobile nord-africana, Silene dalle fauci di un drago feroce ed affamato che ogni sera si  levava dalle acque di un lago vicino alla città di Selem per cercare pasto di agnelli  e capretti, e quando non c’erano più capri sacrificali animali, indifferentemente pretendeva venissero offerti i giovani del villaggio come pasto per nutrirsi. La dura ferita inferta del drago dal giovane cavaliere Giorgio porta con sé non solo la salvezza della figlia del re ma libera tutta la città di Selem dal terrore suscitato da tempo ormai immemorabile questo feroce drago in quella lontana città libica. I Rom di tradizione cristiana, con il culto dei santi, identificano ormai da secoli nel cavaliere errante Giorgio un loro simile che protegge le popolazioni nomadi dal rigido freddo d’inverno, stagione che da sempre mite moltissime vittime tra loro,vecchi o bambini che siano, drago feroce  l’inverno per ogni nomade o Rom; ed è per questo che non si dimenticano mai di  festeggiarlo  tra aprile e maggio,  questo divenuto santo cavaliere nomade, che con la morte da lui inferta al drago-inverno favorisce la salvezza-rinascita della giovane primavera -Silene- e la liberazione dal drago-inverno che da sempre infonde loro terrore gelido seminando morti spesso per fuoco di stufette elettriche o gas.

Giorgio però non si limitò a salvare la principessa e la città dal terrore seminato dal drago ma in cambio pretese la conversione di tutto il popolo di Selem al cristianesimo.

Dopo questa conversione dal paganesimo al cristianesimo del popolo di Selem, indotta non solo dalle sue gesta ma da un terribile ricatto, che sarebbe consistito nel liberare di nuovo il drago ferito ma non morto se non fosse seguita una conversione di tutto il popolo di Selem, i funzionari romani venuti a conoscenza di tale mutamento religioso nel popolo,  per ordine dell’imperatore Diocleziano nel 303 dell’era nuova, ordinarono ai soldati di catturare Giorgio per aver convinto, ma per loro obbligato il popolo a seguire una religione contraria all’ impero romano. Il corpo di Giorgio fu tagliato con una ruota chiodata in due parti,  però accade una cosa sorprendente che per tre volte il corpo reciso si ricomponesse e resuscitasse compiendo diversi miracoli.  Questa storia è tratta da una leggenda aurea scritta da Jacopo de Varagine nel XIII sec.
Per secoli Giorgio è onorato da tutte le chiese cristiane, che ammettono il culto dei santi, ed è onorato anche dai mussulmani come profeta. Ci sono molte chiese dedicate al suo culto nel Nord africa, in particolare in Egittoed in  Libia. San Giorgio è’ menzionato nel calendario giuliano il 23 aprile, mentre le chiese cristiane slave ortodosse lo festeggiano il 6 di maggio.
( il calendario giuliano ,è il calendario solare basato sul ciclo delle stagioni, elaborato dall’astronomo greco Sosigene d’Alessandria, vissuto nel 1 sec. dell’era antica).
I Rom hanno scelto San Giorgio come loro protettore per essere come loro sempre in continua peregrinazione;  i Rom dei Balcani lo festeggiano il 6 di maggio come DUREDEVAN O giorno di Giorgio.
La leggenda metaforizza – l’equinozio  di primavera – cioè  la sconfitta del rigido inverno (o la morte del drago feroce che nelle rigide notti d’inverno miete molte vittime tra i rom ).
I Rom dei Balcani chiamano questa festa anche ERDERLEZ – dal turco HIDIRELLEZ.
La notte tra il 5 ed il 6 maggio le chiese cristiane ortodosse festeggiano San Giorgio mentre ed il 6 di maggio nelle moschee si festeggia Hizir  (Al-Kadhir) uomo saggio ed errante.
Hizir che placa la turbolenza delle acque e  dei temporali nell’irrompente primavera
I due profeti – Giorgio e Hizir- per i Rom mussulmani s’incontrano sulla terra per rinforzare i nuovi germogli, però soprattutto per proteggere le popolazioni nomadi dagli ultimi colpi di coda del gelido inverno e dalle rinascenti turbolenze  della  risvegliata primavera;
potenze naturali  agite da ILYAS antica divinità dell’acqua pagana e persiana, che i Rom hanno appreso a conoscere nelle loro lunghe peregrinazioni da tra  ed occidente.  IlYAS antica dea dell’acqua, dei temporali e della germogliazione che i zoroastriani chiamavano ANAHITA, che sono entrambe per lo spirito sincretistico Rom la simbolizzazione dell’antica divinità indiana VISNU,che nell’antica religione vedica aveva caratteri cosmici e solari, ed dell’evoluzione dell’esistenza tutta del vivente.  Queste antiche divinità pre-monoteistiche raggruppano il sé le ambivalenti potenze della natura, mentre successivamente con l’affermarsi delle religioni monoteiste si tese alla separazione e alla contrapposizione tra opposte potenze naturali o spirituali, definite a aprioristicamente del bene o del male,                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           la primavera buona e l’inverno cattivo, il santo ed il profeta da lato buono ed il drago e le potenze naturali matrigne e crudeli . Si contrappongono potenze avverse, si demonizza e si spiritualizza, e si non si sa più cogliere gli aspetti controversi ma vitali che compongono le diverse nature, umane e non umane.                      Per i mussulmani il profeta Hizir come Giorgio vagano sulla terra, soprattutto in primavera, e aiutano le genti nomadi nella vulnerabilità della loro esistenza e nell’arrischiata vita errante sempre esposta alle turbolenze delle potenze naturali in tende o roulotte in ogni stagione. Hizir è considerato dai mussulmani fonte di bontà e portatore di nuova vita e di salute. Hizir come Giorgio, rappresenta la potenze sovra-naturali,  capaci di  proteggere le genti nomadi esposte alle vitali potenze naturali che si scatenano in questo tempo di rigenerazione, e l’inverno simboleggia in questa lotta naturale la morte bianca e la primavera la rosa-verde vita.  Il primo giorno di primavera corrisponde al giorno in cui s’incontrano sulla terra HIZIR santo profeta protettore degli umani nomadi  mussulmani ed ILYAS la crudele persiana divinità naturale dell’acqua e dei temporali suscitatrice di vitalità germogliante.
In questo giorno di festa DI EDERLEZI O DI DUREDEVAN le donne Rom confezionano ghirlande di fiori, puliscono le case e nella notte chiara e stellata si beve, si mangia, si canta e si sta insieme pacificamente e spensieratamente ed è quello che ai Rom piace della vita.
La vita del giorno per un Rom è dura, pesante e inquieta ancora oggi, simile per alcuni aspetti  alla vita dei proletari o delle genti della terra prima della rivoluzione francese, condizioni esistenziali e sociali brillantemente narrate  da uno storico francese come Jean Michelet in una delle sue opere maestose e poetiche, la strega, in cui questi esseri ridotti a miserabili nelle vite  diurne, ritrovavano nella notte il momento più importante della loro esistenza ,ove potevano rivivere insieme libertà perdute nel giorno, e nello stesso tempo sentivano  come una minaccia il giungere dell’alba, nera che li avrebbe riportati  di nuovo in quello stato di sottomissione,e servile vita di sopravvivenza; nelle loro notti festose sobrie, comuni e gioiose  aspiravano ad una loro alba rossa ove libertà, giustizia sociale e fratellanza li avrebbe riconsegnato quella dignità sperata, ed abbondanza sognata nella notte.a Anche per i Rom la notte è ritrovata gioia,spensieratezza, leggerezza seppur sobria dimenticanza delle difficili condizioni materiali posti dal giorno alla loro sopravvivenza.                                                                                                                                                                                   
Conversazioni con Aghiran all’XM 24 per ritrovare i contenuti per il 13 maggio 2017
Parliamo dei contenuti che non devono che toccare lateralmente gli aspetti religiosi ma piuttosto ricercare sotto di essi, le perdute dimensione simboliche antiche che riguardano tutti gli umani,rom o non rom, per ritrovare in questa festa comune di Rom, Sinti e gagi di Primavera, la convivialità e lo spirito onirico e poetico delle notti Rom, incontri comunitari che sempre si svolgevano nella notte attorno ai fuochi e sotto cieli stellati illuminati spesso dalla luna e rallegrati da canti, musiche di violini, fisarmoniche, chitarre ed altri strumenti inventati.
La  notte per i Rom ha rappresentato sempre  un momento importante di sospensione dello stress del loro difficile vivere o sopravvivere quotidiano in una società spesso ostile.
In queste occasioni di incontri notturni comunitari – familiari si beve, si mangia, si canta si balla, si danza alla romanes insieme quello che piace ai rom della vita.
Per noi Gagi dico ad Aghiran anche momento per rafforzare legami di ospitalità ed accoglienza con queste minoranze culturali spesso stigmatizzate e marginalizzate alle periferie delle nostre sempre più dilatate e devastate città-metropolitane.
Con Aghiran parlo anche dell’ospitalità antica per noi Gagi mediterranei.
 Ospite deriva hospes-itis ….hostipotis o signore dello straniero
Colui che sa  comportarsi in modo signorile con lo straniero o forestiero

Ospite da un punto di vista linguistico la parola ’ospite’ è una paroma enatiosemica(enatìos, gr. contrario,sema,gr. segno ), cioè sono quelle parole che hanno significati opposti, cioè indica sia chi ospita, sia chi è ospitato.

Edward Pocock (1604-1691)teologo orientalista inglese rilevava che in diverse lingue antiche –ebraico, aramaico e arabo – sono presenti forme di enatiosemia;  In italiano es. ci sono altre parole enatiosemiche oltre a ospite anche laico che indca sia religioso non consacrato sia non religioso.



Ospite per me figura singolare, che unisce in modo inscindibile l’ospitato dall’ospitante.

Ospite sostantivo che indica in questa sua unicità significante, l’inseparabilità dell’ospitato e dell’ospitante, e costituente una comune origine relazionale.

Ospite è una figura anche etica oltre che relazionale, delle nostre genti mediterranee suggerisco ai miei interlocutori.

Perfino il symballein o il simbolo costituente la nostra dimensione culturale e di riconoscimento reciproco, trasmesso dagli antichi greci nasce da questa capacità che ha un oggetto o un sintagma, considerato di volta in volta come simbolo di rappresentare significati per entrambi i locutori o parlanti o scambianti.  Per esemplificare si prendeva un oggetto materiale, lo si divideva in due parti uguali,  ad ognuno veniva data una parte in modo che le persone incontrandosi dopo anche molto tempo potevano immediatamente riconoscersi amici in quell’oggetto spezzato, semplicemente unendo le parti , potevano ritrovare immediatamente i significanti di un antico patto d’amicizia , ma poteva essere anche di altra natura.

In quanto all’ospitalità Goethe, filosofo naturalista germanico e cosmopolita,  sosteneva in una sua lirica dedicata, ad una minoranza tedesca cacciata da Strasburgo divenuta territorio francese negli anni successivi alla rivoluzione 1789 e nella stessa ad un’altra minoranza protestante cacciata nell’epoca della Riforma dai regnanti cattolici austriaci di Salisburgo,  che noi siamo tutti anche se insediati in un territorio, eterni ospiti sulla terra simile a coloro che devono errare per , qualche ragione o torto, ed è per questo che dobbiamo riconoscere nell’erranza la nostra perdurante umanità.
ELABORATO da Pino de March
info
comunimappe@gmail.com

 

2016-17 -CORSO SEMESTRALE  DI AUTO-FORMAZIONE

di CITTADINANZA   ATTIVA ED INCLUSIONE  SOCIALE  
 SULLE CULTURE, LINGUE ED ESISTENZE ROM E SINTI
CESP -CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA E                                                                       L’MCE-MOVIMENTO DI COOPERAZIONE EDUCATIVA DI BOLOGNA
VIAGGIO A SUTKA DIVENUTA NEL TEMPO UN SOBBORGO COSMOPOLITA autogovernato dai ROM alla PERIFERIA DI SKOPJE – MK
 6ª LEZIONE INTER-ATTIVA                                                                                                               VIVERE DIVERSAMENTE IL CONFINE TRA NOI E LORO                          GIOVEDì  20 APRILE   dalle 16,30 alle 19,30   al CENTRO CIVICO MARCO POLO – VIA MARCO POLO 51 –BOLOGNA <sala blu>                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               conversazioneconl’autore Andrea Mochi Sismondi
VIAGGIO AI MARGINI D’EUROPA, OSPITE DEI ROM                               
PRESENTAZIONE LIBRO – CONFINI DIAMANTI edizione ombre corte-verona                                             
accorda ed organizza Pino de March e Matteo Vescovi 
 VIVERE DIVERSAMENTE IL CONFINE TRA NOI E LORO                                                
Quella curiosità che apre la mente degli umani a nuove conoscenze’ e che nello stesso tempo permette di mantenere una tensione creativa, conflittuale o perturbante, ma mai distruttiva                o autodistruttiva tra polarità e opposte visioni o forme di vita, che si attraggono e si respingono sulla superficie del pianeta, con genti e mondi così divisi e diversi al primo impatto, ma che nella profondità dell’animo e da tempo si compenetrano, s’affratellano o si sorellano, e si nutrono da sempre di singolarità e di molteplici immaginali vite e società. ‘Quello che attrazione o curiosità e-muovono nei nostri protagonisti è ‘che volevano tornare il più presto possibile a Sutka’, la loro moderna Samarcanda..
Confini di amanti
 E’ un racconto di viaggio fin dai primi passi turbati che Andrea con Fiorenza con il loro bambino di due anni in una carrozzina blu,timidamente muovono tra i vicoli di uno sconcertante sobborgo quello di Sutra Orizari (area di risaie un tempo), uno dei dieci comuni di Skopje, che i suoi abitanti chiamano per brevità ed affezione Sutka. La città è collocata ai margini dell’Europa,e là che  i nostri viaggiatori sono finiti per caso, ma non sono dei turisti, e faranno di questa riscoperta città con le sue inusuali forme di vita un racconto trattato a registi diversi: antropologici, letterali e teatrali: ‘il primo impatto è stato comunque un forte imbarazzo che non ci ha permesso di rimanere più di mezz’ora, ma poi allontanandosi abbiamo sentito un dolore come di uno strappo.’  (dalla prefazione di Adriano  Zamperini) 
‘Tornati in Italia abbiamo cercato dei pretesti  per tornare. Fiorenza ha trovato dei finanziamenti per un ipotetico evento teatrale ed io ho reperito una piccola borsa di studio per scrivere un ipotetico racconto di viaggio. Quello che volevamo era soltanto tornare a Sutka. L’intuizione dell’esistenza di forme di vita altra ci spingeva a tornare’. E nonostante quel sentirsi  ‘storditi ed insieme affascinati dall’ambiente in cui sono stati proiettati da circostanze fortuite, i due protagonisti e il loro piccolo decidono di ritornare e ristabilirsi a Sutka. ‘Migrano nel luogo da dove solitamente si fugge.’ Nei mesi trascorsi con i Rom macedoni, Andrea trae un diario che poi diventerà questo libro.                
Spaesamento e curiosità                       
Spaesamento e curiosità ci suggerisce la pre-lettura analitica e sociale di Adriano Zamperini  ‘è sinceramente una cifra esistenziale che segna una tale esperienza, dove incontro dopo incontro, gli stereotipi sui Rom, nelle pieghe delle nostre menti democratiche, irrompono sulla scena’. ‘Lo spaesamento provato dai protagonisti è allora la traccia emozionale che segnala all’autore la possibilità di -vivere diversamente il confine tra noi e loro’. (prefazione di Adriano  Zamperini)       
‘ Va riconosciuto all’autore (ma anche a Fiorenza che lo accompagna e condivide con lui questa intensa esperienza di ricerca esistenziale e teatrale) di non aver taciuto delle paure rivelatesi poi infondate, dell’estraniazione relazionale e persino del senso del ridicolo vissuto con i Rom di Sutka. Come delle contraddizioni riscontrate nelle comunità ospitanti. Il rovesciamento che ne deriva, non sono più loro a doversi adattare a noi, ma noi che dobbiamo adattarci a loro, e questo svela tutta la fatica e pure la ricchezza dello scambio interculturale’. (prefazione di Adriano  Zamperini)       
E sarà la curiosità  dei nostri protagonisti dopo il primo sconcerto a sospingerli,  ad attraversare quel confine-pelle e a rimmaginarsi  e riprogettarsi con fini amanti ed umani, sorpresi ed imbarazzati sì, dal totalmente ‘Altro’, ma non travolti,come accade sempre più spesso ‘in casa nostra  ’ ad altri contemporanei, dalla paura e dalle ansie per quei percepiti caotici flussi di genti diverse, che ogni giorno rimescola e confonde di lingue e di colori le nostre strade e fortemente estrania chi si chiude all’esperienza di ciò che perturba;                                                                               in special modo quei nuovi strani migranti in fuga da arcaiche persecuzioni politiche e religiose, fame e miserie e desertificazioni civili e naturali che le  pluri-decennali umanitarie e democratiche guerre, che non osiamo chiamare invece, nostre petrolifere e neo-coloniali guerre con i collaterali squilibri geo-politici e flussi umanitari ‘ci invade’. Disorientamento e chiusure preconcette che fanno riemergere dal profondo di questa ‘ingenua e brava gente locale italiana’ che continua storicamente ad assolversi dalle proprie responsabilità , reattività e sopiti sentimenti d’ostilità ed in-consce xeno-fobie.
Curiosità come emozione evolutiva o psicologica che ci dispone o ci controbilancia di fronte ai mutamenti dirompenti dovuti ai non sempre lineari processi di trasformazione umani o culturali.
Curiosità, emozione evolutiva individuata da alcuni in forma non-psicologica come il ricercatore e formatore A. Bonizzato del Centro Superiore delle Comunicazioni Camploy di Verona, il quale attingendo ad esperienze trasversali e a diverse discipline struttura un ‘modello emotivo’umano, che ci permette di intra-vederla presente in noi da tempi remoti prima come animali e poi come umani,ma che preferisce definirla per chiarezza come ‘attrazione’,costantemente attiva, con  intensità diverse pronta a relazionarci ad ambienti e a universi umani e culturali anche insoliti, ciò che come Sapiens direi abbiamo artefatto, di forme di vita e di ambienti attraversati nelle nostre nomadi e variate esistenze bio-culturali, per altri, curiosità come emozione psicologica emergente nella nostra inquieta contemporaneità che sola può controbilanciare lo sbigottimento, il frastorna mento e la reattività regressiva verso  i sorprendenti mutamenti del nostro tempo e  le inaspettate commistioni umane che la globalizzazione genera. ‘Curiosità che merita di essere aggiunta alle sei grandi emozioni, di questo n’è convito Paul Silvia, docente di psicologia all’Università della North Carolina a Greensboro(USA), curiosità per la specie, in quanto motiva la gente ad imparare’. Il bello ‘sta nella gratuità di questa emozione… il gusto di sapere e l’interesse verso il mondo ‘.( la Repubblica del 15-01-2010). 
Contatti con dimensione ‘altre’
Lo psicologo sociale Zamperini che cura la presentazione del testo non nasconde quello strano sentire pregiudiziale della giovane coppia di ricercatori: ‘certo l’autore Andrea Mochi Sismondi con la sua compagna Fiorenza Menni, che hanno affidato per mesi ad una babysitter rom il loro piccolo bambino con tutto quel peso che li sovrasta e li abita, e  non manca di ritagliare in modo netto la presenza altrui.’  ‘Come il proprio figlio così indifeso nelle braccia di qualcuno che è notoriamente un ladro di bambini? Gli archivi però dei tribunali penali indagati dai diversi ricercatori nel corso  del Novecento non hanno mai trovato traccia o sentenze di condanna verso qualcuno o qualcuna che fosse Rom o Sinti. Che se ne fanno i Rom di un bambino rubato, loro che non hanno spesso modo di nutrire neppure la già propria numerosa prole? Così ironicamente commentava uno dei tanti  ingenui e preconcetti pregiudizi sugli ‘zingari’ posti  da una studentessa ad mediatore inter-culturale Sinti, durante la comune presentazione della mostra quest’anno sul Porrajmos all’Aldrovandi-Rubbiani, a cui si chiedeva di esprimere alla fine del percorso visivo un parere, un’emozione ma anche una propria immagine fosse pure negativa sui Rom e Sinti.
I protagonisti del racconto aggiunge Zamperi sanno anche ritrovare ‘le vie per un contatto liberato dalle camicie di forza cognitive del pietismo, capace di vedere solo figure, meglio dire proiezioni di miseria umana e d’infanzia abusata. L’esperienza col passare del tempo si fa ricerca progetto teatrale’ e – relazionale-  compartecipazione attiva tra loro tre e gli artisti e le persone con cui si vivono due anni di un intensa immersione.
La scoperta della città                                                                           Mentre Fiorenza è alle prove teatrali, Andrea si riempie gli occhi tra gli abitanti della città vecchia, i venditori del Bit Bazar con il figlio nel marsupio.
Sukta  ‘non è un campo, non è un ghetto e non è neanche un quartiere come gli altri. E’ una comunità ci aveva detto l’operatrice umanitaria sui rifugiati che ci aveva portato per la prima volta a visitarla.
‘Eravamo affascinati dalla miriade di piccole case dalle forme inusuali e dalle persone, la cui apparente estroversione intuivamo custodisse profonde alterità. ..tra suoni di clacson, profumo delle ciambelle fritte in strada e i banchetti dei venditori di CD che diffondevano a gran volume le nuove compilation. Ci sentivamo dei corpi estranei prossimi all’espulsione.
Sutka è un sobborgo scompigliante di Skopje, capitale della Macedonia.
Creata nel 1963 dopo il sisma che aveva colpito Skopje, e duramente il quartiere di Topane abitato in prevalenza da Rom. L’amministrazione della città allora decide di trasferire quest’ultimi, in tutti i sensi, a Sutra Orizari che diventerà la nuova Sutka.  Alla fine del secolo scorso a seguito delle guerre nell’ex-Jugoslavia a cui sono seguite feroci pulizie etniche che non hanno risparmiato i Rom, nella loro fuga e ricerca di uno spazio di convivenza si sono via via aggiunti alla popolazione già presente questa periferica Sutka.  Rom provenienti dalla Serbia, dal Kossovo, dalla Bulgaria oltre ad altri Rom espulsi dall’Europa. Si è venuto così creando un micro-spazio cosmopolita Rom intreccio di genti provenienti da ogni angolo d’Europa e con differenti parlate romanes.Una ‘Gerusalemme’ ritrovata e liberata.
‘Qui i Rom governano se stessi e sono rappresentati da un proprio Sindaco.                          Il Sindaco Rom Erduan Iseini sostiene – che qui a Sutka ‘ abbiamo infranto il luogo comune che ci vuole randagi, mendicanti e ladri.’ Soprattutto abbiamo dimostrato che siamo capaci di vivere in una società moderna’.
A Sutka i Rom parlano un romanes standarizzato, che è la loro lingua ufficiale. Qui le istituzioni locali romanì hanno dato vita a questa standardizzazione della lingua Romanes- la langue- al fine di  facilitare tra le genti Rom una comunicazione seppur verticale della loro comune storia e cultura, anche se non vengono né sottovalutate o interdette le molteplici parlate romanes – la parole-.  Ha Sutka vivono circa 12 o 13 comunità romanes con varianti linguistiche Rom diverse.
Nelle varie istituzioni pubbliche o private si comunica nella lingua standarizzata scritta romanes. Questo avviene  nella municipalità, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle biblioteche, nelle due televisioni,in un giornale e pure in una stazione di polizia.
‘Per  essere come gli altri ci dice il Sindaco ci  mancano solo le fabbriche, ma la maggioranza della sua gente vive di commercio.
Il Sindaco ci dice che ‘Sutka è cresciuta troppo in fretta, sovraffollata e disoccupata ove queste estreme condizioni urbane e sociali producono miseria fisica e morale. Ci vengono a mancare i soldi per garantire una casa per tutti, un liceo ai figli e un letto d’ospedale ai nostri padri ‘ e madri aggiungerei.(tratto da interviste fatte dalla ‘la Repubblica e il Fatto Quotidiano’-
Tra gli intellettuali romanes di Sutka spicca la figura di Nezdet  Mustafa, filosofo laureatosi all’Università di Skopje, che è tra i costituenti della Rom-TV –BIJANDIPE- Macedonia.
1994-96                                                                                             Si trasferisce a Colonia nella RFT per una specializzazioni di Scienze Politiche- Organizzazione dei Servizi Sociali
2000                                                                                                    Diiventa Sindaco di Sutka, uno dei 10 comuni di Skopje auto-governato dai Rom.
E’ Presidente di Obedineta Parijaza Emancipacija Na Romanite-Partito Unito per l’emancipazione dei Rom.
 2006-08                                                                                         Prima parlamentare nel Parlamento Macedone e poi Ministro aggiunto per l’emancipazione dei Rom  
Partecipa alle trasmissioni della Tv –SHUTEL – emittente in lingua standarizzata romanes per la valorizzazione culturale-linguistica e per l’emancipazione dei Rom, ma ospita forum nelle sue varianti parlate romanes.
 Alcune parole chiave della lingua romanes di Sutka che troverete nei vari dialoghi del nostro racconto –confini diamanti
Romanè – alla maniera dei rom
Manusikanè – umanamente
Uzdibè – attesa o speranza    
Kadenè o Dzì  Kodikhibè – a presto vederci                                                         
APPROFONDIMENTI
Confini Diamanti. Viaggio ai margini d’Europa, ospiti dei rom
(Ombre Corte, maggio 2012)
un libro di Andrea Mochi Sismondi
Šutka, in Macedonia, è l’unica Municipalità al mondo in cui i rom sono in maggioranza. Dopo un primo estraniante attraversamento, Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni vengono accolti a vivere nella comunità; insieme al loro bimbo ribaltano il rapporto: come migranti al contrario si fanno stranieri tra chi ovunque è straniero. Questa inversione permette loro di partecipare alle lunghe discussioni comunitarie, seguire i rituali, confrontare i paradigmi, cercare di capire, fino a essere sostanzialmente adottati da una famiglia rom. Davanti ai loro occhi si svela così quella human network che da Šutka si dirama in tutta Europa lungo le strade dei familiari partiti.
Il continuo sconfinamento esistenziale praticato su queste pagine indebolisce sicuramente l’ideologia delle culture come proprietà impermeabili. Ma, ancora più importante, sa meticciare il lettore, offrendogli l’opportunità di un role playing immaginativo. Chiamato a sua volta a immedesimarsi in questa giovane coppia, impegnata in un’interazione gomito a gomito con persone che, a dispetto dei principi morali che egli magnanimamente è solito riconoscersi, sarebbe prontamente disposto a schivare camminando lungo le strada di una qualunque città italiana.
Una sfida all’esistente come ineluttabile tracima dai bordi delle pagine di questo libro. (dalla Prefazione di Adriano Zamperini)                                                                                
Un prezioso diario di viaggio, che tutto è meno che un reportage turistico. Il narratore, senza volerlo, scompare. Pur indugiando sui dettagli della propria esperienza e sui propri pensieri, esce di scena, riuscendo a restituire senza mediazioni l’immagine di una comunità sorpresa in una quotidianità ordinaria e senza storia. Leggere è come penetrare, non visti, nell’intimo di vite la cui eccezionalità consiste nel sovvertire ogni aspettativa fondata sullo stereotipo. (Alberto Burgio su Il Manifesto)
Il libro rovescia il punto di vista abituale dei discorsi sui rom (Vega Partesotti su La Repubblica)
Queste pagine non sono solo un succedersi di storie e tableaux di straordinaria vivezza, ma anche l’occasione di decostruire una serie di stereotipi rispetto al popolo “indesiderabile” per eccellenza. (Marco Rovelli su L’Unità)
Il libro conduce in modo vivido in un paesaggio complesso e segreto (perché abitualmente non facciamo lo sforzo di penetrarlo). Soprattutto mette in discussione il nostro sguardo su quel mondo e
sulle persone che ne fanno parte, in un rapporto fecondo tra noi e gli altri che serve per definire meglio i limiti, gli errori, gli orrori della nostra civilizzazione e la necessità di scoprire altre possibilità di relazione. (Massimo Marino su Il Corriere della Sera/Bologna)
Una descrizione che affronta i pregiudizi e li problematizza senza rovesciarli tessendo l’improbabile elogio di una comunità pura e intatta, scioglie invece alcune resistenze senza nascondere le tensioni. (Anna Stefi su Doppiozero)
È la ricerca continua di Mochi Sismondi a stare dentro e fuori i confini di un universo civile e umano differente dal nostro a conferire alla sua scrittura – semplice e rigorosa al tempo stesso – il carattere autentico di chi riesce a farsi testimone di un’esperienza di vita con uno sguardo “liminale” (Letizia Bernazza su Liminateatri)
Clicca qui per ascoltare la presentazione a Fahrenheit su Radio3
Queste pagine su Sutka – VIVERE DIVERSAMENTE IL CONFINE TRA NOI E LORO                                                                                                                                                                                                                                                                                                             e sono state rielaborate e prodotte da Pino de March
Per contatti  pino de march –  comunimappe@gmail.com
Per informazioni su questo sito –  comunimappe.blogspot.com

CORSO SEMESTRALE DI AUTO-FORMAZIONE SULLE CULTURE, LINGUE ED ESISTENZE (COME RESILIENZE)  DELLE GENTI  ROMANì

CORSO SEMESTRALE DI AUTO-FORMAZIONE SULLE CULTURE, LINGUE ED ESISTENZE (COME RESILIENZE)  DELLE GENTI  ROMANì  PROMOSSO DALLA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ PLURIVERITA”  BOLOGNINA IN COOPERAZIONE DAL BASSO CON CESP-CENTROSTUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA E L’MCE-MOVIMENTO DI COPERAZIONE EDUCATIVA -BOLOGNA CITTA’ COSMOPOLITA                                                                                                                                                                                                                

 
5ª LEZIONE INTERATTIVA
LA ROMANIPE’  o la storia, la lingua, la cultura, le narrazioni e la poesia
GIOVEDÌ 16 MARZO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30
PRESSO CENTRO CIVICO MARCO POLO -VIA MARCO POLO 51
Pino De March presenta i due ospiti Fabien Bassetti eTeresa Rossano  del corso semestrale
1                                                                                                                                                             Pino de March apre Relaziona su  romanipè, paramicia  e poetiche romanì
2                                                                                                     
Fabien Bassetti                                                                                                                                l’immaginario in divenire nomade e rom
3                                                                                                                                                                         
Teresa  Rossano                                                                                                                                presenta libro di Majgull Axelsson, “Io non sono Mirian”, edizioni Iperborea
4                                                                                                                                                                                         Lettura bilingue Aghiran (ballerino rom) e  Pino de March di alcune poesie del poeta rom bosniaco Marco Aladin Sejdic e della poeta rom polacca Papuzsa
BIO-POLIS-
 GRAFIE                                                                                                                                                             
 Fabien Bassetti, storico delle culture romanì e nomadi                                                                             TeresaRossano, femminista e docente storia e  letteratura del Cesp                                                         Pino De March, ricercatore comune attivo COMUNIMAPPE-CESP-MCE e  psicologo relazionali neo-umane e ricercatore attivo di poesia e letteratura  di strada, migrante e marginale                                                                                                                   
Testo della poeta partigiana rom polacca Papuzsa
DIKHAW DAJ, DIKHAW DOJ
 (Guardo qui, guardo là)
Dikháw daj, dikháw doj
1
Saro zdral, sundal sal!
Opr-o boliben čerhenja rakeren,
citron, zdran ratjanca khetane!
Čerhenora.
2
Kon len xaljól,
te sovél na kamél,
pre Thuditko Drom dikhél
dava drom baxtalo,
ližal manušen
ka lačho žjipen.
3
Dikháw daj thaj doj dikháw
sar pes morel ruputno čhon andre panja,
sar terne  čhaja
dre tate paš-o veš panja.
So pes kerel?
Saro zdral.
Sundal sal!                                                               
1
Guardo qui, guardo là.
Tutto danza! Il mondo ride!
Nel cielo le stelle tremano,
scintillano, parlano insieme nella notte!
2
Le piccole stelle.
Chi le comprende
non vuole più dormire,
guarda la Via Lattea,
la via della felicità
che chiama gli uomini
a una buona vita.
3
Guardo qui, guardo là,
l’argentea luna si bagna nelle acque,
come una giovane ragazza
nel tiepido ruscello del bosco.
Che sta mai succedendo?
Tutto danza!
Il mondo ride!
1951
testo del poeta rom bosniaco Marco Aladin Sejdic dall’antologia -ME AVAV DURAL     IO VENGO DA LONTANO
ANDE’ DUJ MILJE BRS
Ancora nel duemila  il gagiò chiede al rom:
“chi sei tu e da dove vieni?”.
Il rom risponde:
“io sono di carne,
dentro di me ci sono le ossa,
dentro di me c’è il sangue,
l’anima, la fratellanza, la fiducia,
il sorriso, il pianto,
la fortuna e la sfortuna.
Da dove vengo io?   Io vengo da lontano.
Mi ha partorito il vento o mi ha creato la pioggia,
vengo dal freddo e sono uscito dalla neve
sono stato creato dall’acqua o sono nato dal fuoco?
No!  Io vengo da lì, da dove vengono tutti gli uomini
E anch’io sono un uomo”.
Il gagiò dice: “sei un uomo,
perché non vivi come un uomo, come noi?”
il rom risponde:
“Oggi nel duemila ti sei ricordato
Che io rom non vivono come te.
Tu, gagiò, hai diviso gli uomini,
i bianchi da una parte i neri dall’altra;
da una parte i buoni e dall’altra i cattivi.
Hai diviso la religione,
a tutti hai dato una religione,
ma me rom mi hai lasciato su un prato,
perché mi sferzi il vento e mi bagni la pioggia,
mi congeli il freddo e mi copra la neve.
Mi hai lasciato indietro, nel tempo passato.
E oggi chiedi a me chi sono, da dove vengo,
e se sono un uomo perché non vivo come un uomo ?”
per contatti                                                                                                                                                                       e-mail: comunimappe@gmail.com
2016 – gruppo di nuova attivazione – libera comune università pluriversità – bolognina
blog : comunimappe.blogspot.com                                                                                                                                                                                    
curatore delle pagine dicomunimappe: pino de march

 4 LEZIONE INTERATTIVA DEL CORSO DI AUTO-FORMAZIONE SULLA CULTURA LINGUA VITA ED ATTIVITA’ QUOTIDIANE DELLE GENTI ROM -SINTI ITALIANE ED EUROPEE


IL CESP (CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA) E LMCE (MOVIMENTO DI COOPERAZIONE 
EDUCATIVA)                        
IN COOPERAZIONE CON LA LIBERA COMUNE UNIVERSITÀ  – PLURIVERSITÀ  BOLOGNINA
 4 LEZIONE INTERATTIVA DEL CORSO DI AUTO-FORMAZIONE SULLA CULTURA LINGUA VITA E ATTIVITA’ QUOTIDIANE DELLE GENTI ROM -SINTI ITALIANE ED EUROPEE
Giovedì 16 febbraio  2016    dalle ore 16,30 alle 19,00
PRESSO LA “SALA BLU” AL CENTRO CIVICO MARCO POLO – IN VIA MARCO POLO 53 – NAVILE (AUTOBUS 11 A/B) 
La musica Rom e Sinti e la sua influenza sulla musica contemporanea. 
Relazionano:Giorgio Mancinelli: giornalista free-lance and cultural. Giornalista programmatore della RAI -1 e RAI-2, RSI -Radio Svizzera Italiana e Radio Vaticana. Poeta delle marginalità.
Etnomusicologo: conoscitore di tradizioni musicali popolari e curatore di un testo -la musica zigana.

Salvatore Panu, musicista e musicologo
http://comunimappe.blogspot.com
NOTA AI MARGINI
LA MOSTRA SUL PORRAJMOS-GENOCIDIO DEL POPOLO ROM
E’ STATA PROLUNGATA FINO AL 15 FEBBRAIO 2017
PRESSO SCUOLA SUPERIORE ALDROVANDI-RUBBIANI 38
DAL LUNEDI’ AL SABATO
DALLE 09 ALLE 13
contatti programmazione per visita delle classi :comunimappe@gmail.com

Si chiama Razza di Zingaro il nuovo romanzo di Dario Fo – Segue intervista di Tomas Fulli con Dario FO

Si chiama Razza di Zingaro il nuovo romanzo di Dario Fo, illustrato dall’autore. Racconta la storia vera di Joahnn Trollmann, detto Rukeli, il pugile di etnia sinti perseguitato dal nazismo e morto in un campo di concentramento -lager-nazista.

 
 

DALLA TRAGEDIA  DEL PORRAIMOS DEL POPOLO ROM ALLA COMUNE  RESISTENZA DEI POPOLI EUROPEI CONTRO IL NAZI-FASCISMO

DALLA TRAGEDIA  DEL PORRAIMOS DEL POPOLO ROM ALLA COMUNE  RESISTENZA DEI POPOLI EUROPEI CONTRO IL NAZI-FASCISMO (clicca qui sopra per visualizzare testo ed immagini)

Rom e Sinti

in Europa
Dai giorni della Tragedia ai giorni della Resistenza
Parte prima
Presentazione e Fonti
“Tra le baracche di Auschwitz – Lo zingaro”
di Primo Levi
Simon Wiesenthal e lo sterminio
A cura di Mario Abbiezzi
Cipes Centro Documentazione
Centro di Iniziativa Politica e Sociale :Carlo Cuomo
per la lettura del testo-ricerca cliccare due volte sopra il titolo a caratteri blu o colorati in alto(Pagg.542) 

elaborazione digitale del testo-ricerca a cura di pino de march