LA SOCIETA’ DEI TRE TERZI

Al di là di tutto le elezioni sono uno specchio fedele per capire come si orientano, nel marasma delle chiacchiere politiche diffuse dai  media, coloro che hanno deciso di andare a votare.

Sono andati a votare trentacinque milioni di elettori alla camera e trentuno al senato. Poco più di dieci milioni hanno votato la coalizione del pd, poco meno di dieci milioni la coalizione del pdl, otto milioni e mezzo le 5 stelle; al senato sempre le stesse proporzioni ma con qualche numero in meno per tutti. Poco più di due milioni hanno votato Monti. Tutto il resto si è spartito gli spiccioli. Si può dire che c’è stata una tripartizione negli orientamenti, con in più (ma senza contare molto) una sparuta compagnia di liberisti alla “monti tecnocrate”. 
Significa che: un terzo dei votanti è con il pd, un terzo con il pdl e un terzo con 5 stelle. Una tripartizione così chiara e leggibile non l’abbiamo mai avuta. Proviamo a immaginarci da dentro queste tre società. Sono tre componenti non riconducibili a settori ben definiti socialmente, per intenderci, non ci sono solo operai da una parte e imprenditori dall’altra, oppure studenti e operai uniti nella lotta contro i padroni. Non ci sono i precari da una parte e gli altri dall’altra. Sembra come se tutti siano immersi in una società liquida dove non più le appartenenze ma solo la percezione individuale ha la funzione di collocare nel mondo. In molti probabilmente alla domanda “cosa vuoi ?” risponderebbero di non saperlo ma di sapere per contro cosa NON vogliono.
Questa tripartizione probabilmente si è prodotta dentro alle stesse famiglie, tra padri, madri, figli, cugini. Si tratta allora di una separazione su idee e speranze e paure e tentativi di affidarsi a colui che si sente più degno di fiducia. Cerchiamo allora di individuare le categorie più importanti delle tre parti sociali emerse dal voto di questi giorni.
Gli elettori del pd sono persone serie (come il loro leader Bersani), sicuramente ci tengono alla sanità pubblica, all’istruzione, ai beni comuni, alle regole anti conflitto di interesse, ad una legge anti corruzione che sia seria etc. Spesso invece il vertice del partito ha dimostrato ambiguità su questi stessi temi, e proprio questo atteggiamento gli ha fatto perdere consensi. Vorrebbero stare dentro e fuori i palazzi del potere, dentro la finanza ma anche nelle piazze degli indignati.
Gli elettori del pdl… è difficile capirli, ma ci proviamo. Sono pensionati, casalinghe e gente che vede molta televisione, che ha bisogno di capire affidandosi a degli esperti, sono giovani cresciuti con la tecnologia e pieni di edonismo, figli di genitori desiderosi di rimanere per sempre giovani; poi ci sono anche i benestanti che hanno grandi interessi a rimanere in uno Stato inefficiente che lasci loro nell’assenza di regole la prerogativa di fare come meglio credono. La decantata libertà dei ricchi sappiamo cosa significa, produce privilegi per chi è già potente. Storicamente i ricchi e i potenti, essendo numericamente pochi, si affidano a dei ben remunerati imbonitori e ad azioni caritatevoli per avere la simpatia e l’appoggio degli ultimi, di coloro che, non aiutati da una sufficiente capacità critica personale, puntano sulle figure carismatiche abbracciate come modelli irraggiungibili eppure desiderati, come i divi, le star, “quelli che hanno avuto successo”.
Infine gli elettori del 5 stelle sono coloro che, molto delusi e schifati da tutti i politici, danno credito ad una narrazione affascinante, oramai consolidata da anni di interventi e discussioni e da una valanga di materiale variegato sparso per la rete. Vogliono la legalità, la trasparenza negli atti pubblici, la fine degli sprechi ambientali. Al seguito di pochi esperti di comunicazione hanno costruito un apparato fragile ma complesso, numeroso, poco organizzato, che si prova a fare politica. Si tratta di una fetta di società non strutturata, che parla un linguaggio comune fatto di pochi termini. La loro forza sta nell’entusiasmo, la fragilità nel non essere attrezzati a resistere a ipotetiche campane e a magie che isolano e attraggono con fascinazioni ad personam i singoli fino a corromperli. Bisogna sperare che facciano gruppo, che siano sempre seguiti e supportati da fuori, da un’opinione pubblica attiva e protettiva. 

Da questo quadro si può facilmente intuire che tra il primo gruppo (gli elettori del pd) e il terzo (gli elettori di 5 stelle) ci siano molti punti convergenti. Parlo di elettori e non di dirigenti, perché penso che nel pd molti vorrebbero disintegrare subito Grillo e i grillini (se potessero). Ma in questo momento gli elettori sembrano sopravvivere alle elezioni e continuare ad avere (c’è sempre lo spauracchio di un ritorno a breve alle urne) un peso nelle decisioni. Un contributo ulteriore lo da anche la stessa natura del 5 stelle che ha introdotto (bisogna dargliene merito) scampoli di democrazia diretta nel panorama politico.
Dunque in questo momento (e per i mesi a venire) abbiamo un esperimento di grande importanza da condurre tutti quanti: provare a fare alcuni provvedimenti strutturali che capovolgano gli assetti dello Stato italiano, che rompano con il passato (e con le cancrene tipicamente italiane) per dare vita ad una realtà nuova, in grado di fare un paese con regole certe e chiare, regole uguali per tutti, azzerando i privilegi di casta e di parentela, di famiglie abbarbicate a grandi associazioni clientelari e mafiose.
Oggi è possibile per la prima volta dalla nascita della Repubblica avere un governo con alle camere una maggioranza del 66% in grado di pulire velocemente gli ingranaggi istituzionali incrostati dalla sporcizia della corruzione, dall’avidità di personaggi per nulla interessati (anche se saldamente collocati in ruoli importanti) al bene comune.
Bisogna che un movimento di opinione e insieme politico, presente nelle piazze e attento a seguire ogni fase istituzionale, affianchi i prossimi passaggi dentro i palazzi del potere. La parola fondamentale deve essere TRASPARENZA.

Paolo Bosco

IL SEGRETO DI NIKOLA TESLA

Energia elettrica: corrente alternata o alternativa?

(prime riflessioni a partire dal film su Tesla)

   Le implicazioni (meglio dire esternalità) generate dalla diffusione dell’energia elettrica sono immense, tanto che noi oggi abbiamo indissolubilmente incorporato questo processo tecnico nella totalità delle nostre azioni. Sarebbe un errore, affrontando questo tema, giudicarne la bontà o la cattiveria. E’ di gran lunga più interessante ricavare consapevolezza da una vicenda storica di tale importanza piuttosto che limitarsi a esprimere dei giudizi.

   

   Con il film “Il segreto di Nikola Tesla” prendiamo l’avvio per osservare la vicenda dell’energia elettrica, vero e proprio motore della rivoluzione industriale novecentesca, sistema nervoso che capillarmente ha diffuso e trasformato le funzioni motorie della società, che ha riscritto il suo codice sensitivo. Il fenomeno, nella dimensione raggiunta, è stato reso possibile grazie all’introduzione della corrente alternata e del moderno motore elettrico ad opera dello scopritore Nikola Tesla. 

   Tesla aveva idee molto chiare sull’evoluzione della ricerca nel campo dell’energia, idee capaci di ridurre le difficoltà alla sua trasmissione via cavo. Inoltre il motore elettrico di sua invenzione, usato in maniera inversa poteva essere utilizzato come generatore (se alimentato da energia elettrica produce un moto rotatorio, se alimentato da fonte altra, ad esempio una cascata, restituisce energia elettrica). Ma le idee non sono mai figlie di uno scopritore unico. Vi sono dei geni che volano alto, altri che fanno una gran fatica nei laboratori, ci sono quelli che continuano un’idea mettendola sulla giusta via,  su un piano che fila liscio. Ed inoltre ci sono scoperte “spendibili” sul mercato degli investimenti, dove un capitano della finanza si butta a pesce appena intuisce l’affare, ed altre che seppur convenienti per l’umanità rimangono irrealizzate. Tesla era interessato solo alla ricerca e non al profitto economico, aveva (a differenza di un Marconi, ad esempio) continuato a inseguire le sue intuizioni senza curarsi personalmente degli affari, inoltrandosi sulla strada ancora sconosciuta dell’energia pulita, illimitata e disponibile per tutti. 

Tesla non si è dunque fermato nella sua ricerca alla scoperta, seppur fondamentale, della corrente alternata. Essendo dotato di capacità mentali quasi sovrumane, come quella di progettare complesse macchine elettriche solo nella sua mente, in grado di ricostruirle senza prendere nessun appunto, si rivela sin da subito un brillantissimo scienziato che lavorava, al pari di altri, ai problemi della sua epoca. I suoi contributi sono tutti ben inseriti all’interno delle ricerche a lui contemporanea; la quantità di tecnologie a cui diede un contributo essenziale è assolutamente unica e impressionante. Se è vero che non fu il primo a studiare sistematicamente i raggi X e a renderli noti alla comunità scientifica, ha comunque il merito di essersi reso conto della loro pericolosità (mentre Edison la ignorò, col risultato che uno dei suoi assistenti, Clarence Dally, morì atrocemente di tumore). Tesla indubbiamente diede un enorme contributo anche allo sviluppo tecnologico della radio: migliorò molto gli apparati sperimentali, si garantì dei brevetti essenziali (che avrebbe usato per contestare quelli di Marconi), e dimostrò perfino una forma primitiva di telecomando radio. Vero è anche che Marconi probabilmente conosceva il lavoro di Tesla (anche se lui tendeva a negarlo), e i suoi primi apparati secondo alcuni assomigliano in modo sospetto a quelli dell’inventore serbo. 

La visione di Tesla era effettivamente assai avanti: egli immaginava già alla fine dell’800 un mondo in cui si poteva comunicare attraverso lo Spazio con le onde radio, in cui si potevano illuminare città senza usare fili. Immaginare mondi nuovi da raggiungere attraverso la tecnologia, saper osare al di là del presente, non aver paura di innovare: in questo la figura di Tesla resta un esempio indiscutibile. Ma Tesla era un visionario che andava oltre il limite segnato, tra l’altro sosteneva di aver comunicato con esseri extra terrestri, argomento che utilizzeranno successivamente i suoi detrattori. 

Con la sua febbrile ricerca inseguì intuizioni che però non suscitarono l’interesse da parte dei suoi finanziatori. Tesla riuscì a trovare la strada per avere energia pulita e per tutti grazie ad un trasmettitore di ingrandimento (basato sulla Bobina di Tesla), in grado di convogliare e sfruttare l’energia che è naturalmente presente nell’atmosfera: un’energia illimitata, senza fili e alla portata di tutti. Ma una tale prospettiva non entusiasmò i suoi finanziatori che fino a quel punto lo avevano appoggiato. Questo aspetto è evidenziato nel film da alcune battute declamate da un guru del capitalismo statunitense, J. P. Morgan (interpretato da Orson Welles), quando boccia il finanziamento alla ricerca di Tesla perché avrebbe azzerato i lucrosi profitti che la vendita di energia (non importa se ottenuta da fonti non rinnovabili) garantiva.

Se all’epoca tutto il suo entusiasmo avvenieristico non fu compreso, questo non significa che le identiche visioni fantastiche non siano poi state utilizzate per riempire di senso il mito dello sviluppo/progresso, e della successiva terminologia sulla crescita illimitata, che proprio all’inizio del ‘900 prende avvio (ma questa è un’altra storia che ci porterebbe lontano).

Quello dell’energia è un mondo ancora adesso, anzi, soprattutto adesso, lanciato per strade a noi comuni mortali negate sia per ignoranza che per opportunità politiche. E questo spiega il mistero che avvolge Tesla.
Paolo Bosco

TRE FINESTRE SUL NOVECENTO

Jessie Boswell, LE TRE FINESTRE, 1956


Raccontare il Novecento nel suo insieme è impossibile. Troppo vicino a noi per poterne avere una visione sintetica. Scegliamo dunque tre temi, tre aspetti fondamentali per inoltrarci nel secolo appena passato. Tre questioni che lo hanno caratterizzato in maniera definitiva: la diffusione dell’energia elettrica, la comunicazione divenuta un fenomeno di massa ed infine il suffragio universale, visto dalla prospettiva dell’accaparramento dei consensi. Tre punti nodali legati da un filo da cui si dipana la storia. Lo facciamo proponendo tre film rappresentativi dei temi scelti, accompagnati da una riflessione che del film prende spunto per inoltrarsi nelle implicazioni storiche collaterali.

PROGRAMMA:
Ore 19 – aperitivo conviviale. 
Ore 20 – presentazione 
Ore 20.30 – film


Venerdi 8 febbraio 2013

– Cos’è l’energia elettrica? corrente alternata o alternativa?

“Il segreto di Nikola Tesla”

regia di Krsto Papic .

Venerdi 15 febbraio 2013

– Il potere della televisione.

“Quinto potere” 
regia di SidneyLumet


Venerdi 22 febbraio 2013

– Accordi sottobanco all’ombra delle elezioni.

“Le mani sulla città”
regia di Francesco Rosi


                    HUB – Via Luigi Serra 2/2 – Bologna