TEMA
Allegria di naufragi
(verso il 14 febbraio 1917)
E subito riprende
Il viaggio,
come dopo il naufragio
un superstite lupo di mare
(tresto di G. Ungaretti)
allegria di naufragi
“Esultanza che l’attimo, avvenendo, dà perché fuggitivo, attimo che soltanto amore può strappare al tempo. [….] E’ il punto dal quale scatta quell’esultanza d’un attimo, quell’allegria che, quale fonte, non avrà mai se non il sentimento della presenza della morte da scongiurare “
( Ugaretti, così commenterà questo paradossale titolo –allegria di naufragi-).
RIFREGERIUM o Banchetto funerario per Edvino ed Eddy ?
In questo Refrigerium o Banchetto funerario poetico e filosofico non possiamo non associare Edvino ed Eddy nel nostro comune ricordo e questo Refrigerium non può non essere gioioso, gioioso come sono state le nostre comuni battaglie condotte da poeti pacifici contro le passioni tristi, gli odi e i rancori razziali, le varie fobie e paranoie sociali – xenofobie, omofobie e contro quelle “nuove” guerre “democratiche ed umanitarie” che non sono altro che la continuazione in forma “ di pace armata” delle classiche guerre neo-coloniali ed neo-imperialiste per riappropriazione delle risorse materiali da parte delle super-potenze occidentali (G7) con la complicità dei restanti (G 20)- strutturati come sovranità imperiali e complici di quelle potenze banche e multinazionali o transnazionali che tengono l’umanità in uno stato di permanente miseria e scarsità favorendo esclusivamente dipendenze e tossicità e gettano il mondo in uno stato di devastazione ambientale.
Guerre che producono morte e sofferenza a miglia e miglia di persone – in primis bambini, donne, anziani, popolazioni civile e agli altri esseri viventi, animali e ambienti naturali.
Guerre che proseguono all’interno come guerre sicuritarie e xenofobe contro quei migranti, esuli e popolazioni che fuggono da quelle periferie sconvolte dalle loro guerre militari ed economiche; guerre che io, Edvin, Eddy ed altri ed altre – uomini e donne di buoni desideri di vita di una vita – abbiamo osteggiato con tutte le armi della critica, con la parola e i nostri corpi sulle strade delle nostre città come per ben sette anni sul sentiero di Rilke, sentiero tracciato dentro a quel Carso che fu scenario di morte e di Marte per lunghi anni nella prima grande guerra; Carso che noi (io ed Edvino) abbiamo ribattezzato scenario di vita e di Venere. Ed Eddy non mancava mai di cooperare nell’organizzazione di questo evento annuale contro le guerre, di ricercare contenuti e critiche sferzanti espresse sempre con leggerezza , di accompagnarci fino all’entrata del sentiero nonostante le sue difficoltà motorie.
Ad Edvino nomade e pacifico poeta di pace, pace non pacificata, pace attiva come giustizia e libertà per popoli di tutte le periferie dell’Impero-Mondo
Tramonto
(verso il 20 maggio 1916)
Il carnato del cielo
sveglia oasi
al nomade d’amore
(Giuseppe Ungaretti)
Questa volta – l’ottava – è mancata la condivisione di entrambi sul tema da dare alla camminata pacifica e dopo una solitaria e lungo estate di riflessione e di condiviso dolore, ho pensato che il migliore tema potesse essere – ALLEGRIA DI NAUFRAGI – titolo di una raccolta di testi poetici prodotti nelle notti, nelle pause di guerra e nelle trincee di quel Carso campo di Morte da parte del nostro maestro (come ci ha insegnato a riconoscere ed apostrofare gli uomini e le donne portatori di valori e significati esistenziali e socilali Eddy Kanzian) poeta Ungaretti, come tema di ricordo e di resistenza pacifica comune tra vivi e morti e tra compagni – cum panis -intesi nel senso di un altro maestro – tenente scrittore Rigoni Stern, cioè coloro che dividono fra il pane (ed Eddy direbbde qui anche le rose).
Edvino ed Eddy nelle loro esistenze impegnate civilmente hanno cercato con intelligenza, con rabbia e con gioia attraverso una resistenza poetica lunga una vita di portare la poesia nella vita e nella città, di dare forma poetica alla resistenza contro il dominio interconnesso economico-militare-mediatico contemporaneo, domino oggi interconnesso di soggezione “democratica e liberista“ di popoli e di individualità attraverso le nuove guerre umanitarie ( o sarebbe meglio definirle queste guerre Pax del G8 o del G20 ) la pace delle nazioni più industrializzate del pianeta o dei nuovi dominatori che i latini chiamavano Pax romana e noi oggi poteremmo chiamarla la Pace del capitale planetario economico, civile e militare.
Vorrei iniziare questo banchetto funerario con alcuni frammenti di emozioni del poeta amico compagno Edvino Ugolini tratti da raccolta di poesia Bagliori.
Meditaizoni esistenziali e poetiche con Edvino Ugolini
Momenti II
Perdonarsi di essere nati.
….
Illuminare l’universo con la fantasia.
……
Invecchiare di Poesia.
…….
Inventare nuove parole.
………………
Ma non dimenticare i saggi.
………………………
E continuare con la poesia di un altro poeta amico e compagno Eddy Kanzian
IMPORTANTE E’ FINIRE BENE
(Testo composto nel luglio del 2012 e letto nel giorno del suo compleanno 13 agosto 2013)
IMPORTANTE E’ FINIRE BENE
CON DIGNITA’
SENZA TROPPI RIMPINATI
COME NELLA MUSICA
INIZIARE E’ FACILE
PROSEGUIRE POI
TRA ALTI BASSI
PIACERI DOLORI EMOZIONI
I RITMI DELLA VITA
POI VIENE IL TEMPO
DI FINIRE PIU’ IMPEGNATIVO
NIENTE PER SEMPRE
DOBBIAMO ESSERE PREPARATI UN COLPO DI RULLO
E SUL PIATTO GRANDIE
LA MUSICA E’ FINITA
(LA FESTA APPENA COMINCIATA E’ GIA’ FINITA )
MA L’ANIMA RIPRENDE A SUONARE
IL SUO JAZZ LE SUE POESIE
NEGLI INFINITI .
Testo donatomi il giorno del suo compleanno (13 agosto 2013)
In quell’occasione ci sorprese tutti e tutte con questo parole che riprovo a ricostruire nella mia memoria : “non ho mai pensato che il personale non fosse politico, che la vita fosse scissa dall’impegno civile, e per
questo sempre anche gli avvenimenti più privati come i complenni sono stati per me solo dei buoni pretesti per parlare dellesofferenze del mondo e di coloro che il capitale lascia ai margini”;
inoltre aggiunse lasciandoci tutti e tutte estereffati: “ il tempo che mi resta da vivere si sta esaurendo, e restandomi poco tempo da vivere lo voglio vivere intensamente continuando nel mio costante impegno sociale e di resistenza alle diseguaglianze “; tutti e tutte ci guardammo intorno come increduli a queste sue tragiche rivelazioni e tutti e tutte avevamo difficoltà a crederci in quanto mostrava una grande vitalità e spesso anche una realistica ironia provocatoria. L’ho sentito al telefono durante la primavera scorsa e malgrado la sua condizione di vita stessero precipitando mai a perso la sua voglia di vivere, pensare, lottare e giocare con una saggia intelligenza esistenziale, come si evidenzia da questo testo sopra riportato (all’amico maestro di vita e di socialità , pino de march).
promuove evento:
Comuni mappe – libera comune università pluriversità bolognina
associati zona ortiva – bolognina
info:
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APPENDICE:
DONAZIONE DEL CORPO PER LA RICERCA MEDICA
Chi si occuperà del nostro corpo dopo la morte?
Perché è così importante sapere come sarà trattato il nostro corpo?
A chi delegheremo il compito del destino del nostro corpo cadavere?
Queste sono le domande assillanti che ci poniamo quando ci troviamo in avanzata età. Non ci fanno più dormire sonni tranquilli non sapere che fine faremo. Per chi ha una famiglia dei figli è più semplice, saranno i nostri eredi ad assumersi la responsabilità di comunicare le volontà per sentito dire o per conoscenza del proprio de cuius sul destino del proprio corpo, ma chi non ha nessun familiare come farà se non ci pensa a prendere delle decisioni in vita?
Per la cremazione infatti funziona proprio così: il familiare di primo grado, se non c’è vanno bene anche i gradi seguenti, fa una semplice dichiarazione di fronte al funzionario del Comune in cui sottoscrive che il parente in vita aveva espresso la volontà di essere cremato e l’autorizzazione alla cremazione viene concessa dal Responsabile del servizio immediatamente senza alcuna indagine e accertamento.
Per donare il nostro corpo per studio, che ha un valore altamente altruistico e di solidarietà per coloro che continueranno a vivere, non è sufficiente la dichiarazione del familiare, ma è necessaria l’espressione della propria volontà. Espressione di consenso di donazione del corpo che dovrà avvenire essenzialmente in vita.
Il Comitato nazionale per la Bioetica istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato recentemente il 19 aprile e pubblicato il 20 maggio 2013 il parere riguardante la “Donazione del Corpo Post Mortem ai fini di studio e di ricerca”
Il parere riguarda la possibilità di destinare il proprio corpo, dopo la morte, sia ad attività di studio e ricerca, sia a quelle particolari attività didattiche di esercitazione di dissezione anatomica rivolta alla formazione medico-chirurgica di studenti specializzandi e specialisti. Secondo il regio decreto ancora in vigore del 31 agosto 1933, n. 1592 chi è solo e non è richiesto da parenti dopo la morte il proprio corpo è destinato alle indagini e ricerca scientifica, infatti l’art.32 del suddetto decreto recita proprio questo:
“Tutti i cadaveri provenienti dagli ospedali sono sottoposti al riscontro diagnostico. I cadaveri, poi, il cui trasporto non sia fatto a spese dei congiunti compresi nel gruppo familiare fino al sesto grado o da confraternite o sodalizi che possano avere assunto impegno per i trasporti funebri degli associati e quelli provenienti dagli accertamenti medico legali (esclusi i suicidi) che non siano richiesti da congiunti compresi nel detto gruppo familiare, sono riservati all’insegnamento ed alle indagini scientifiche.”
Nel rilevare la valenza etica ed altruistica della donazione del proprio corpo il Comitato Nazionale per la Bioetica sottolinea nel parere la non accettabilità etica di quanto previsto nell’articolo citato. La donazione del proprio corpo pur ispirandosi ad un principio di alto tenore altruistico e di solidarietà deve essere espressione di una libera e consapevole decisione del soggetto, pertanto debba essere rispettato il principio del consenso consapevole e informato del donatore e che il silenzio assenso non possa trovare qui alcuna applicazione. In definitiva il soggetto non può delegare né ai familiari né a rappresentanti la destinazione del proprio corpo morto. Il compito arduo dell’Ufficiale dello stato civile è accertare la volontà espressa dal defunto dell’esplicito consenso naturalmente in vita circa l’utilizzo del proprio corpo non vitale. Solo ed esclusivamente i corpi cadaveri di coloro che in vita hanno espresso il libero consenso possono essere utilizzati per studio e ricerca e insegnamento ai sensi dell’art. 32 del regio decreto sopra descritto.
Muniamoci di carta e penna ed esprimiamo l’esplicito consenso consapevole e solidale del destino dei nostri corpi non vitali: sguardi sui corpi spirati dopo la vita specifica umana che se ne è andata e da quel momento diventa vita comune e sapere sulla vita dello spirato per ritrovare felicità vivente comune.
Marinella Africano