GRUPPO DI POESIA DELLA ZONA ERBOSA, COMUNIMAPPE- artisti senza frontiere, MIRS-mediatori interculturali Rom e Sinti, PAESAGGI DI POESIA, GRUPPO ’98-DONNE E POESIA
ORGANIZZANO INCONTRI DI POESIA AGLI ORTI DI VIA ERBOSA Per la Terra DUE INCONTRI DI POESIA FRA GLI ORTI DI VIA ERBOSA, A BOLOGNA, PER RAGIONARE INSIEME DI AMBIENTE, NATURA, RISPETTO DEL PIANETA, MONDO ANIMALE E VEGETALE, AZIONI POSSIBILI DI RESISTENZA PRIMO INCONTRO TRA POETI E POETE E LA TERRA VENERDI’ 27 SETTEMBRE ORE 16 Zona Ortiva, via Erbosa, 17, Bologna GIANCARLO BARONI, I MERLI DEL GIARDINO DI SAN PAOLO E ALTRI UCCELLI (GRAFICHE STEP) PATRIZIA DUGHERO, L’ULTIMA FOGLIA (QUDU EDITORE) ROBERTA PARENTI CASTELLI, CATTEDRALI DI VERDE (PENDRAGON) A cura di Loredana Magazzeni, Sergio Rotino, Pino De March, Marinella Africano SECONDO INCONTRO TRA POETI E POETE E LA TERRA DOMENICA 10 NOVEMBRE ORE 16 Zona Ortiva, via Erbosa, 17, Bologna KATHLEEN JAMIE, LA COMPAGNIA PIU’ BELLA (MEDUSA) LORENZO MARI, ORNITORINCO (EDIZIONI PRUFROCK) MARINA MASSENZ, SENZ’ACQUA PER LE VOCI (DOT.COM.PRESS) ANGELA PASSARELLO, BESTIE SULLA SCENA (EDIZIONI IL VERRI) A cura di Loredana Magazzeni, Sergio Rotino, Pino De March, Marinella Africano A SEGUIRE LETTURE LIBERE E BRINDISI. CIASCUNO PORTI IL PROPRIO BICCHIERE PER EVITARE LA PLASTICA Gruppo di cooperazione poetica umana e terrestre I FURORI E LA VISIONE COSMICA DI GIORDANO BRUNO Il filosofo Bruno attraverso i suoi bestiari o immaginari animali vuole riconnettere tutte le dimensioni naturali – umane e non umane – all’animalità ( intese come potenze viventi e compartecipi di infinità di mondi al fine di ridimensionare la sempre latente hybris(tracotanza,eccesso, superbia) o l’arroganza falsamente umanista – di umani domini incontrastati nell’universo-mondo- che oggi più di ieri si palesa distruttiva ed autodistruttiva nel capitalcene, epoca dei capitali (con il suo cinico moto di spirito:produci, consuma , crepa)come nell’antropoce o nell’epoca geologica dell’uomo sempre più stupidus ( vittima del suo stesso stupore e spettacolo) e sempre meno sapiens. La terra è un animale La terra e qualsiasi altro astro composto da parti eterogenee è un animale; lo mostrano lo stesso moto ,la vita ed ogni suo atto, come deduciamo dallo spirito, dalla vita e dal moto dell’animale. Lo mostrano parimenti le parti composte del suo medesimo corpo, dal momento che distinguiamo nel corpo di qualsiasi animale le vene, le arterie, i nervi, le fibre, le ossa: è stolto ritenere esseri animali solo quelli dotati di una specie corporea come la nostra e di sangue, perchè nelle piante il sangue è la stessa linfa; le ossa, la stessa sostanza più resistente;i nervi, i loro filamenti che vengono tesi; le vene quelli occulti passaggi attraverso cui l’umore, che puoi paragonare al sangue, s’espande per tutto il composto. Una specie diversa è nelle mosche, nei ragni, nei vermi; tuttavia in tutti costoro si ritrovano le parti del nostro corpo che armonizzano secondo una proporzionalità di condizione. Non è necessario che nella terra il sangue sia dello stesso colore del nostro o più tenue, che le ossa siano della medesima specie o una inferiore, le vene della stessa qualità o di una migliore. In questo modo dobbiamo aver chiarito l’ordine di tutti questi animali, come quello degli animali più piccoli. Tanto grande divinità si manifesta solo agli occhi acuti e nobili. Tanta divinità si muove di per sé, di gran lunga meglio e più liberamente di come noi ci muoviamo, come precedentemente abbiamo dimostrato. Non un dio o un’intelligenza esterna(trascendente) fanno muovere intorno e guidano: più adeguato appare infatti un principio interno di moto(immanente), che coincide con la propria natura, con la propria specie, con l’anima propria che hanno tutti gli esseri che vivono nel grembo della natura e sono vivificati dal suo spirito universale, corpo, anima e natura; [mi riferisco a tutti] gli esseri animati, alle piante, alle pietre, ad ogni essere, insomma, composte dalle medesima simmetria e di complessione, secondo il genere, sebbene ciascuno sia distinto secondo i numeri della specie . Chi non direbbe le pietre parti della terra? I sassi frammenti della terra? In essi ritroviamo la vita, la sensibilità e i primordi della ragione. U na pietra (nel proprio genere non è (credi) senza anima e senza sensibilità; se più o meno felice di noi non può essere stabilito da chi non ha esperienza di entrambi i generi di vita o da coloro che non lo tengono a mente(giacché spesso non ricordano neppure il corso della vita che viviamo noi). Crediamo che la felicità, la perfezione, il bene siano riposti in ciò che noi sperimentiamo di essere felici, di esseri più completi, di trovarci meglio e meglio conservarci: l’uomo sapiente sa che si tratta di una felicità relativa alla specie e non estesa a tutto il genere; perciò fu cosa comune presso i popoli che dio fosse rappresentato e onorato nella forma e nella figura umana. Tuttavia i sapienti sanno che egli non ha bisogno di mani, di piedi, di occhi, di moto, di estensione corporea e di tutte quelle membra di cui siamo dotati e che abbiamo felicemente. Il volgo non può concepire come la terra, madre e progenitrice, conservatrice e plasmatrice degli umani (dalle cui viscere sono generate le nostre viscere e dal cui umore siamo alimentati, il cui spirito respiriamo) può essere un animale dotato di sensibilità e di intelligenza, anche un corpo sprovvisto degli organi propri di quelle azioni e passioni di cui sono dotati gli animali più comuni. Testo tratto da “il triplice minimo e la misura” di Giordano Bruno , ri-proposto e letto da Pino e March FRAMMENTATE RIFLESSIONI FILOSOFICHE BRUNIANE DI UMBERTO GALIMBERTI […] Bruno, che rifiutava la concezione geocentrica di Tolomeo, vuole liberare la terra dalla falsa immobilità e dai falsi principi di una filosofia teologizzante che, ponendo l’uomo al centro dell’universo ne fa il «dominatore e il possessore del mondo» come qualche anno dopo dirà Cartesio. Ma oggi che il potere dell’uomo sulla natura inquieta l’uomo stesso, perché il suo potere di «fare» è enormemente superiore al suo potere di «prevedere» e di «governare» la propria storia, forse è opportuno un ritorno al pensiero di Bruno, per scorgervi, oltre all’anticipatore degli «infiniti mondi» contro il geocentrismo del suo tempo, colui che, proprio in forza degli «infiniti mondi» dubita che l’uomo possa essere pensato come il centro dell’universo e quindi in diritto di disporne secondo i modesti e al tempo stesso terribili schemi della sua acritica progettualità, perché alla legge del Tutto, a cui si volgeva la magia bruniana, impone la legge dell’uomo (occidentale) sul Tutto. Bruno aveva capito che non basta celebrare l’uomo, come nell’età umanistica si faceva, per conoscere l’uomo. E non si può conoscere l’uomo se lo si pensa, come vuole la religione e la scienza «padrone e dominatore del mondo». Meglio una filosofia che lo riconosce negli «infiniti mondi» e così lo relativizza, armonizzandolo con tutti gli enti di natura, su cui l’uomo non può esercitare il suo incontrastato dominio, ma di cui deve prendersi semplicemente cura. Perché la sorte dell’uomo non è disgiunta dalla sorte dell’altro uomo e neppure dagli enti di natura, come l’acqua, l’aria, gli animali, le piante, la terra, verso cui, soprattutto oggi, abbiamo dei doveri che nessuna morale, ad eccezione di quella bruniana, ha finora contemplato. Tratto da “Repubblica” – articolo del 10-1-2004 Testi elaborati da pino de march -per il terzo sciopero contro il cambiamento climatico e per la poesia agli orti del 27 settembre 2019. PER ARRIVARE IN VIA ERBOSA 17 AUTOBUS 11C – scendere alla fermata retro dell’ippodromo, poi attraversato la strada sul lato sx si prende via Fratelli Cervi, quando si è in fondo in fondo ad essa, si prosegue a dx passando sotto un cavalcavia ferroviario e dopo aver costeggiato l’area sosta della comunità urbana sinta, si trova subito dopo la zona erbosa Info: per chiamare cell. 329 342 3542; 328 425 per vedere www.comunimappe.org per scrivere e attivarsi comunimappe@gmail.com