far vivere la memoria degli sterminati ,generare consapevolezza e responsabiiltà tra generazioni perchè l’Europa non perda se stessa un’altra volta .


 MEMORIA, CONSAPEVOLEZZA E RESPONSABILITA’

 
“Ad Auschwitz l’Europa perse se stessa”. Piotr M.A. Cywinski

“Nessuno di noi fece abbastanza.
                                                                                                                                                                                                           Nessuno può dire di aver fatto abbastanza se non coloro che morirono aiutando gli altri.                                                                                  
 Solo loro hanno fatto abbastanza”.                                                                                                                                         Wladslaw Bartosezewski                                                                                  
Robert S.C.Gordon in suo saggio ‘Scolpitelo nel cuore’ presenta ciò che lui ha studiato in profondità e cioè la storia dell’elaborazione della Sohah in Italia, e ce ne offre un quadro complesso, ripercorrendo questi 60 anni su più livelli, evidenziando la figura centrale di P. Levi, ma anche il diffuso sentimento auto-assolutorio degli italiani, che ancora oggi indicano se stessi come esecutori ‘riluttanti’ di ordini altrui, faticando a farsi carico del proprio passato.                         [..] anche se il suo tributo alla Sohah,in termini di sangue, indifferenza, di collaborazionismo è stato decisamente minore, in proporzione ad altri paesi europei dell’Est come dell’Ovest, che non la rende per questo meno terribile. Da qualunque prospettiva la si guardi, il caso italiano sembra un’eccezione. Perché al di qua delle Alpi nacque il fascismo, e fu un fascismo che un ventennio più tardi si seppe rigenerare(o degenerare)una ferocia(atrocità) della Repubblica Sociale di Salò(composta da giovani repubblichini aguzzini che praticavano torture, violenze e assassini verso partigiani e complici di essi, nota d’autore), la quale collaborò ampiamente alla caccia all’uomo e alla deportazione dei ‘suoi ebrei’, in una proporzione del tutto paragonabile al caso francese(informazioni tratte R. Gordon), in qualche modo si salvarono 3/4 delle potenziali vittime presenti nel territorio in cui vivevano(per le molte forme di solidarietà individuale e di disobbedienza sociale al fascismo), nascondendo e proteggendo i propri vicini perseguitati:perché gli uomini, le donne, i vecchi e i bambini che partivano su carri merci o carri bestiame dalla penisola italiana furono indubbiamente meno, se comparati alla carneficina che in parallelo stava avvenendo ed in gran parte era già avvenuta, nell’Europa orientale(Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia (Jasenovac, l’Auschwitz del vaticano, per la complicità dei francescani croati al regime fascista ustascia di Ante Pavelic che praticò – l’istrebljene- la distruzione biologica degli ebrei, dei serbi e dei rom che erano considerati ‘i peggiori nemici del popolo croato’, nota dell’autore)e di altri paesi (occupati ) dell’Europa occidentale (Belgio,Olanda, Danimarca)colpiti duramente, anche per ragioni di tempo,la distruzione degli ebrei europei.                                                                                               (Carlo Greppi, storico e scrittore, collaboratore di Rai Storia, e danni organizza viaggi della Memoria con l’associazione Deina)
ZIGEUNERLAGER- Campo degli ‘zingari’.                                                                                                 Un campo che esistette negli anni 1943-44 nel settore BII e di Birkenau. Vi sono state deportate intere famiglie, in tutto oltre 20.000 tra Rom e Sinti(altri e molti della loro gente durante i rastrellamenti, ma anche nelle ripetute invasioni ed occupazioni militari dei paesi dell’Est Europa, finirono ammazzati come animali selvatici. Essi vivevano numerosi nei loro villaggi, ed era prassi che le loro baracche venissero bruciate a cui seguivano le selezioni,per gli abitanti ritenuti idonei ai loro forzati seguiva la deportazione e per gli altri la fucilazione; questi fucilati non compaiono nel numero degli assassinati nei vari campi di concentramento e sterminio; di queste stragi non documentatene ne è testimone e ne parla nelle sue conversazione con la moglie il pugile sinto Ruekeli , al ritorno da una di queste campagne militari ad est. Il pugile Ruekeli fu tra i 30.000 Rom e Sinti che prestarono servizio militare obbligatorio in quanto cittadini tedeschi nei primi anni del III Reich; poi  negli anni successivi che sono quelli che decisero anche per loro come per  gli ebrei della soluzione finale, furono rimandati a casa e subito deportati nei vari campi tra cui Auschwitz. Il pugile Rukeli ebbe la stessa sorte degli atri sterminati e fu assassinato per un gioco sadico da un kapò che lo aveva sfidato, e avendo perso la sfida e subito la derisione degli astanti nazisti, pensò ‘bene’ di nascosto, di ammazzarlo per vendetta con un colpo di pistola).Gli ultimi rom e sinti vennero uccisi nella notte tra il 2 e 3 agosto del 1944.                                                                                                                   Testi tratti da ‘non c’è una fine’ di Piotr M.A.Cywinski – ed. Bollati Boringhieri  ed elaborati con alcune glosse tra parentesi  da Pino de March

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