3ª LEZIONE INTERATTIVA
GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017 DALLE ORE 16,30 ALLE 18,30 -CENTRO CIVICO MARCO POLO-VIA MARCO POLO 51-BOLOGNA-lame
ROM E SINTI TRA PERSECUZIONI, DEPORTAZIONI E STERMINIO NAZI-FASCISTA PORRAJMOS – DIVORAMENTO (parlata rom) SAMUDARIPEN – UCCISIONI DI TUTTI O GENOCIDIO (parlata rom-sinti) E NELLA RESISTENZA COME CIRICLE’ – UCCELLI E PASSERI ALLA MACCHIA PARTIGIANI (parlata rom e sinti)
Mario Abiezzi, Sergio Andena e Carlo Cuomo del CIPES (Centro Iniziativa Politica e Sociale) di Milano.
Esperienze dirette di due mediatori culturali Tomas e Aghiran, appartenenti al popolo Sinti e Rom della città metropolitana di Bologna
Lettura di alcune pagine del libro “Circo capovolto” con l’autrice Milena Magnani.
AI CIRICLE’ O PASSERI ALLA MACCHIA O PARTIGIANI
I viaggi fra i boschi
e i fuochi dell’accampamento
li amo più di qualsiasi cosa.
Miei piccoli uccelli
vi mangerei i becchi
Avete cantato tanto bene
e avete conquistato il mio cuore.
Miei uccelli incantevoli
chi vi ascolterà ancora
quando noi zingari non saremo più nel bosco?
Tutti, venite tutti
a cantarmi il vostro canto.
PAPUSZA-POETA ZINGARA PARTIGIANA POLACCA
LO STERMINIO DEGLI ‘ZINGARI’ ì PORRAJMOS – DIVORAMENTO (nella parlata rom) SAMUDARIPEN – UCCISIONI DI TUTTI O GENOCIDIO (nella parlata rom-sinti)
PORRAJMOS (=BARO XAIMOS, DIVORAMENTO) nella parlata Rom e
SAMUDARIPEN (UCCISIONI DI TUTTI O GENOCIDIO) nella parlata RomSinti.
(1) I due termini si compensano e si completano a vicenda in una visoni totale dell’olocausto. I Rom hanno voluto sottolineare con un termine crudo l’orrenda carneficina (il maccellamento di .carne umana),operata dai carnefici. I Sinti hanno inteso mettere in risalto il massacro, l’annientamento e quindi il genocidio di un popolo. La voce della parte lesa SAMUDARIPEN e la condanna dei carnefici PORRAJMOS. (Nella lingua romanes abbiamo differenti parlate o variazioni linguistiche di essa ROM E SINTI e altre ancora. Gli ‘zingari’ o i ROM hanno subito grandi perdite a causa delle politiche razziali naziste (leggi razziali di Norimberga) o di politiche fasciste nei vari stati europei occupati o alleati dei nazisti (leggi razziali italiane).
In Polonia perse la vita il 75% di loro.
In Boemia, Moravia, Estonia, Lituania furono quasi tutti sterminati, mentre solo la metà della popolazione ‘zingara’ o Rom della Lettonia sopravisse.
La loro eliminazione fu pressoché totale in Croazia, Ucraina e Bielorussia. Gli ‘zingari’ o Rom in Belgio e Lussemburgo furono tutti annientati nel campo di sterminio di Auschwitz –Bierkenau. Gravi perdite ebbero anche in Germania, Austria e Francia. Interi clan sono scomparsi nelle camere a gas, anche i cosiddetti zingari puri e i Sinti lalleri, che Himmler in un primo momento intendeva risparmiare. In tutti i paesi occupati dalla Germania nazista dell’Est come dell’Ovest, non mancò la collaborazione attiva dei fascisti locali nella identificazione, cattura degli ‘zingari’ e la consegna alla deportazione nazista. Fu un vero genocidio che costò la vita a 500.000 Rom e Sinti.
Nota
(1))parlo di parlate rom differenti in quanto la lingua romanes o romanì è stata per lungo tempo una lingua con molte varianti di tradizione orale. Pur avendo delle basi comuni per comune origine linguistica e provenienza geografica dall’India settentrionale, le parlate rom si differenziano per vissuti e si contaminano dei dialetti e delle lingue dei paesi di attraversamento. Solo all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso molti tra i clan rom si sono incontrati in un Congresso internazionale a Londra e lì hanno concordato una lingua standard comune ai Rom, anche se a questo Congresso abbiamo partecipato la stragrande maggioranza dei Rom ed una esigua minoranza di Rom Sinti, per questo ancora oggi i Rom Sinti non si riconoscono pienamente in questa lingua internazionale standard ufficiale e a questa polemicamente ne contrappongono una propria, ma le differenze restano minime.
(2) abbiamo usato l’espressione’zingari’ nel testo per indicare i Rom e Sinti, pur ritenendo oggi questo termine ‘zingari’ inappropriato e per alcuni versi dispregiativo, ma l’insistenza nel riproporlo ha solo la funzione storico-culturale del modo con cui vennero nominati le popolazioni Rom e Rom Sinti da sempre tra la gente comune. Anche se questo termine ha avuto molti significati che evocano libertà e spontaneità di vita, per alcuni versi come il ‘buon selvaggio’ di Rousseau nelle filosofie e pedagogie illuministe ma anche nelle culture romantiche europee.
‘Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l’amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra’. Claudio Lolli poeta e musica
RATVALE JASVA
Occhi neri si gelavano
Tomas Farkas con in suoi ‘zingari’ nell’estate del 1944, bloccò un contrattacco nazista a Banska Bystica.
In Albaniasi unirono alle bande partigiane. In Polonia la poeta zingara Bronislawa Wais detta Papusza (Bambola) partecipò attivamente alla lotta anti-nazista. In Romania ed in Ucraina dove, secondo lo scrittore rumeno Petre Radrita, due bambini zingari di 9 e 13 anni, Jonel e Maria, che operavano come staffette partigiane,furono catturati dai fascisti e barbaramente torturati, ma anche queste violenze risultarono inutile, affinché essi rivelassero nomi dei loro compagni ed informazioni sulla resistenza, e per questo silenzio furono impiccati nelle pubbliche piazze.