LA LIBERA COMUNE UNIVERSITA’ PLURIVERSITA’ BOLOGNINA
presenta
donna & psicoanalisi
Sabine Spielrein
“Sabine Spielrein è stata una delle prime donne a praticare e scrivere come terapeuta delle psicopatie. Fu una pioniera come Tony Wolf, Maria Bonaparte, Anna Freud e Helen Deutsch, Lou Andrè Salomè” (Donatella Massara)
VENERDI’ 7 marzo 2014
HUB Via serra 2/F (stradina laterale al Teatro Testoni)
Dalle ore 19 alle 22
Sabine Spielrein
film – Prendimi l’anima – di R. Faenza
pausa aperitivo conviviale
segue presentazione amori-pensieri-vita di una protagonista del XX secolo
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Note e scavi
Negli ultimi anni del 1977, Aldo Carotenuto, uno psicoanalista junghiano docente di Teoria della personalità presso l’Università di Roma e deceduto alcuni anni fa, scopre per caso una collezione di documenti dispersi da lungo tempo.
Essi sono stato conservati, sempre per puro caso, in anni passati, negli scantinati di un edificio che era stato in anni passati, sede dell’Istituto di Psicologia di Ginevra.
Le carte sono appartenute alla dottoressa Sabine Spielrein , una delle pioniere della psicoanalisi, che nei primi anni del Novercento aveva per qualche mese analizzato Piaget.
Nel 1923, la Spielrein, decise di tornare alla sua Russia, e fu probabilmente in quell’occasione che abbandonò quelle carte.
Tra i documenti rinvenuti vi erano 20 lettere di Freud molte più altre di Jung.
Dalle lettere si comprende la straordinaria influenza che Sabine Spielrein esercitò sull’evoluzione del pensiero di Jung e del ruoloche ebbe nelllo sviluppo della psicoanalisi freudiana e junghiana. E questo emerge non solo dalle lettere che Freud e Jung le scrissero, quanto dagli abbozzi e dalle copie delle lettere che lei scrisse loro e del suo diario frammentario ma estremamente rivelatore.
Da queste lettere e questo frammentato diario ho tratto informazioni per questo breve mio abstract-
BIO-PSICO-GRAFIA
Sabine Spielrein nacque a Rostov sul Don il 6 novembre 1885; figlia primogenita di genitori colti e benestantI, il nonno e il bisnonno sono stati rabbini profondamente rispettati.
Durante l’adolescenza Sabine soffrì di un disturbo consiederato da alcuni come schizofrenico e da altri come una grave forma di isteria con tratti schizoidi.
Nell’agosto del 1904 i genitori seriamente preoccupati la condussero all’ospedale psichiatrico Burghoelzli di Zurigo di fama internazionale.
K. Jung lavorava in questo ospedale fin dal 1900.
Sabine fu una tra i primissimi pazienti che Jung tentò di curare con la tecnica psicoanalitica; precedentemente il suo interesse era andato alle pratiche delle “libere associazioni” da cui si poteva rivelare molto della vita interiore, studio questo a cui la stessa Sabine prese parte.
Nel 1905 Sabine si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Zurigo.
Poco tempo dopo stette abbastanza bene da poter lasciare l’ospedale e proseguire la terapia come paziente esterna di Jung.
Nel 1911 ottenne la laurea in medicina, discutendo una tesi dal titolo: Contenuto psicologico di un caso di schizofrenia”.
La paziente Sabine Spielrein diventò una studiosa di schizofrenia, un medico che curava i disturbi mentali, una originale pensatrice le cui idee acquistarono la massima importanza nel sistema freudiano come in quello junghiano.
La relazione amorosa di Sabine Spielrein ebbe con Karl Jung ebbe un’importanza notevole più su di lui e sul suo sistema psicoanalitico che viceversa.
Si parlò di una relazione assimetrica tra Sabine e Karl dal punto di vista sia teorico che pratico, ma anche nell’anomalia di amanti durante la terapia; in realtà la relazione tra i due fu una complice relazione simmetrica : da un lato Jung contribuì come analista a farla abreagire (a farle rivivere il trauma e a farle superare il disturbo ) e dall’altra la Spielrein fornì a Jung la soluzione pratica e teorica del suo stesso disturbo ;
a seguito del mancato riconoscimento d’amore di karl, la Spielrein assumerà verso Jung un atteggiamento ambivalente, da un lato ella non perse mai il profondo affetto verso di lui per esserli stato amante e maestro-iniziatore alla psicoanalisi, dall’altro provava un profondo astio e disagio per l’amore tradito ma più ancora per l’indifferenza al suo amore, che lo stesso Jung in riconobbe come una sua bassezza. Qui le strade cominciarono a divaricarsi : sia fra loro che verso il fondatore della psicoanalisi che sarà per Jung il terzo testimone incomodo. Mentre la Spielrein si accostava a Freud, Jung si allontanava da lei e dalla psicoanalisi freudiana.
Quello che emerge dai carteggi e dalle lettere tra Sabine e Karl e Freud è la taciuta e mai riconosciuta influenza che il pensiero di lei ebbe sullo sviluppo delle due più importanti tecniche psicoanalitiche. Si capirebbe di più questa influenza se gli eredi di Jung concedessero come hanno fatto quelli di Freud di rendere pubblico il contenuto delle lettere che Jung scrisse alla Spielrein (circa 46 lettere).
La relazione della Spielrein con Jung non fu quella di semplice musa ma di colei che lo assistè nella sua evoluzione intellettuale.
Dai documenti che disponiamo sostiene Bruno Bettlheim e Aldo Carotenuto, da cui ho tratto molte delle informazioni sui protagonisti di questa nostra ricerca e in particolare sulla vita di una sconosciuta ricercatrice e psicoanalista Spielrein , emerge senza alcun dubbio che alcuni concetti psicoanalitici attribuiti fino ad oggi a Freud e Jung, furono generati anche dal contributo dato alla ricerca da parte diella Spielrein. Sua l’idea dell’ “limmagine delll’anima” della donna nell’incoscio dell’uomo. L’importanza data all’anima dalla psicoanalisi junghiana è da attribuirsi a Sabine. Non si può neppure tacere il rilevante contributo che la Spielrein diede al sistema freudiano. Pochi anni prima che Freud incorporasse nel suo sistema il concetto di “pulsione di morte” e gli assegnasse un ruolo vitale, la Spielrein scrisse e pubblicò sullo -Jahrbuch fuer psycoanalistische und psycopathologie Forschungen del 1912 – un suo saggio embrionale –sulla distruzione come causa di creazione- che presentò all’interno della struttura psicoanalitica; si tratta di una sua disertazione sul rapporto della pulsione di morte e con la pulsione sessuale che Sabine presentò un anno prima della pubblicazione di Freud al circolo psicoanalitico di Vienna.
Ma anche molti concetti junghiani sono direttamente o indirettamente dovuti alla Spielrein.
Non solo il concetto di -Anima – ma anche quello di –Ombra-: che emerge nella personalità repressa, incoscia, autonoma, sembra derivino da lei.
In una lettera a Freud in cui Jung cerca di scagionarsi dalle accuse che la Spielrein li fa sostenendo tali giustificazioni .“di aver avuto un’idea totalmente inadeguata delle sue componenti poligame, e che grazie a ciò ha imparato dove e come appendere il diavolo per gli zoccoli”. Jung scrive riferendosi alle esperienze vissute con la Spielrein. Mi sembra difficile pensare dice Bruno Bettelheim che in particolar modo le ipotesi della persona, dell’anima e dell’ombra non siano che il distillato di quella esperienza (di transfert e controtransfert).
In una sua lettera resa pubblica del 1909 alla Spielrein K. Jung scrive: “l’amore di Sabine mi ha reso conscio qualcosa che prima si presentava confuso, cioè una potenza che determina il destino dell’inconscio, questo più tardi lo condusse a delle cose importanti.
Non si deve scordare che Sabine aveva anche altre passioni : la musica.
Esperimento asilo bianco di Mosca
Sabine si era impegnata a diffondere la psicoanalisi nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) ne dopo la rivoluzione russa del 1917.
Nel suo Asilo Bianco di Mosca curava ed educava con il metodo psicoanalitico, e fu per quei tempi un’esperienza originale; si dice che anche Stalin ci mandasse suo figlio; ma fu proprio sotto la dittatura staliana che venne ordinata la soppressione di quella straordinaria esperienza. Sabine lavorerà fino al 1936-37 a Mosca dopo di che ritornerà nella sua Rostov. Il marito da cui avrà due figli morirà poco prima di lei in un ospedale psichiatrico.
Il lavoro di Vera Schmidt e di Sabine Spielrein
“ negli anni 1921-1923 a Mosca, sulla scia delle profonde trasformazioni politiche e sociali inescate dalla Rivoluzione d’ottobre si colloca un esperimento educativo originale, promosso da Vera Schmidt, una pedagogista formata alle idee psicoanalitiche, che si proponeva di cercare nuove vie educative per la prima infanzia. Sulla base delle recenti conquiste e conoscenze fornite dalla teoria psicoanaitica di S. Freud. Con questo abstract si vuole ricordare le figure delle due studiose Vera Schmidt e Sabine Spielrein che animato l’iniziativa, il cui lavoro scientifco è riamsto in ombra rispetto a quello dei loro più famosi colleghi S. Freud e K.Jung; infine si intende rendere conto dei principi educativi che esse cercarono di mettere in pratica nell’asilo sperimentale di Mosca.” ( tratto dall’abstract “ il lavoro di Vera Schmidt e di Sabine Spielrein nell’asilo bianco sperimentale di Mosca” – blog PaolaSchiavulli-.
la sua morte rimase per lungo tempo un mistero;
in questo spazio tempo qualcuno provò a risolvere il mistero ricorrendo come tutti fanno quando mancano riscontri reali a delle ipotesi , ipotesi che col passare tempo, e passando di bocca in bocca assurgono verità. Si era ipotizzato che fosse finita vittima di una delle tante purghe staliniane; le cose però andarono per lei seppur tragicamente in altro modo.
In un articolo “Sabina mellan Jung och Freud “ – (Sabina tra Jung e Freud) – della rivista svedese Expressen (1983) , lo studioso di lingue slave M. LJUGGREN rivela di essere riuscito a recuperare a Mosca alcune fotografie della Spielrein e a precisare meglio il tempo e le modalità della sua morte. Nel 1941 i nazisti che avevano occupato Rostov sul Don rinchiusero tutti gli ebrei nella sinagoga e li trucidarono. Sabine che non era stata catturata, si presentò con le figlie al comando militare nazista per cercare notizie della scomparsa di alcuni parenti e anche lei non sortì una sorte diversa.
(testo elaborato da Pino de March –
per la Comune Accademia della libera comune università pluriversità bolognina)
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